Il reato di spaccio

Difendersi dall’accusa di reato di spaccio

In Italia il reato di spaccio, perseguibile penalmente, è regolamentato dalla legge Jervolino-Vassalli redatta nel 1990.

La legge in questione divide le tipologie di droghe in due segmenti: droghe leggere e droghe pesanti.

Và sottolineato che essere possessori di stupefacenti non si configura come reato se la quantità di cui si è in possesso è ridotta o è tale da non poter far pensare a una vendita a terzi.

Nel caso in cui si configuri il reato di spaccio, con l’inizio di una procedura penale, risulta fondamentale affidarsi ad un buon avvocato per ottenere sconti sulla condanna per spaccio e sulle multe che ne derivano e, in certi casi, anche l’assoluzione completa.

Presenza dell’avvocato durante la redazione del verbale

Nel momento del fermo e della redazione del verbale di sequestro da parte degli agenti è diritto del cittadino richiedere la presenza dell’avvoccato.

Questo diritto deve obbligatoriamente essere concesso, senza eccezioni.

Conseguenze del reato di spaccio

Tornando alla legge Jervolino-Vassalli abbiamo detto che gli stupefacenti vengono suddivisi in leggeri, ad esempio marijuana e hashish, e pesanti tra i quali si annoverano: cocaina, oppio, eroina, droghe sintetiche, ecc.

Questa divisione è molto importante per stabilire la pena per spaccio a cui si stà andando incontro. Infatti:

  1. Nel caso di droghe leggere la condanna per spaccio può variare da una reclusione minima di due anni ad una massimo di sei, alla quale va aggiunta una multa che varia dai 5.000 € ai 77.000 €.
  2. Se lo spaccio riguarda droghe pesanti, la pena da scontare aumenterà fino a variare, in base alla gravità del fatto, tra gli otto e i vent’anni. Anche la multa sarà molto più alta variando tra i 25.000 €, se si ottiene la condanna per spaccio minima, e 250.000 € se si viene condannati a quella massima.

La differenza di pena viene commisurata proporzionalmente alla gravità dell’atto commesso ed al danno che la sostanza venduta può causare al compratore.

Altro importante parametro di giudizio è la quantità posseduta e venduta. Visto che la legge non stabilisce una determinata soglia alla quale applicare la pena minima o massima, è discrezione del giudice fissare quale sia la condanna più consona per l’imputato.

Pene per spaccio di droghe leggere

Reclusione da due a sei anni.

Multa da 5.000 € a 77.000 €.

Spaccio droghe leggere

Pene per spaccio di droghe pesanti

Reclusione da otto a vent’anni.

Multa da 25.000 € a 250.000 €.

Spaccio di lieve entità

In taluni casi, l’avvocato può chiedere al giudice che il suo assistito venga processato per spaccio di lieve entità (art.73 comma 5 del Testo Unico sulla Droga). Il riconoscimento della lieve entità permette di aver uno sconto della pena.

Con tale procedura la sanzione in cui si incorre cala drasticamente: la reclusione varia tra i 6 mesi e i 4 anni e viene considerevolmente diminuita anche la penale che varierà tra i 1.000 €  e i 10.000 €.

Anche in questo caso, l’applicazione di tale sconto è a giurisdizione dell’ufficiale giudicante.

Lo spaccio di lieve entità si può verificare in particolari casi in cui vengono considerati vari fattori: non basta, perché il reato si consideri di lieve entità, l’aver spacciato piccole quantità di stupefacenti ma sono componenti fondamenti anche i mezzi e il modus operandi. Non viene considerato solo l’atto in sè ma anche le circostanze in cui il reato viene eseguito.

Sarà compito dell’avvocato provare che il suo assistito ha compiuto l’atto in tale circostanza.

Sono inoltre considerati ai fine della non esclusione dal reato di lieve entità anche la recidività nella cessione di droga dell’imputato e l’accertamento che quest’ultimo non abbia dipendenze da droghe.

La richiesta di tale riduzione si può presentare sia che l’assistito abbia diffuso droghe leggere sia che abbia venduto droghe pesanti.

Pene per spaccio di lieve entità

Reclusione da 6 mesi a 4 anni.

Multa tra i 1.000 €  e i 10.000 €.

Aggravanti al reato di spaccio

Come precedentemente detto, al fine di determinare la pena non viene considerata solo la quantità di stupefacente venduta ma anche il modo e il mezzo con il quale si effettua il traffico illecito.

Viene considerato aggravante al reato di spaccio il possesso di una grossa quantità di sostanze proibite.

L’inasprimento della pena di spaccio si concretizza altresì nel momento in cui il compratore sia un minorenne poiché esso è considerato far parte di una categoria vulnerabile della società e facilmente influenzabile.

Si considera aggravante anche la vendita in prossimità di strutture ospedaliere, scuola di ogni grado, luoghi di forte partecipazione pubblica in quanto in essi si possono trovare individui più vulnerabili alla tentazione che gli stupefacenti esercitano.

Comporta un aggravio della condanna per spaccio il possesso di più tipologie di stupefacenti poiché, indipendentemente dalle quantità, questo è un chiaro segnale di come l’imputato sia in grado di procurarsi sostanze eterogenee tra di loro.

Una notevole importanza risulta avere anche la sistematicità con la quale viene organizzato il giro di spaccio e la quantità di denaro che se ne ricava.

Reiterazione del reato

La reiterazione del reato comporta anch’essa un’aggravante, tuttavia il giudice può decidere in totale autonomia se sia il caso di applicare la pena minima o se applicare una pena maggiore.

Se il reato viene ripetuto è impossibile chiedere che venga giudicato come reato di lieve entità e si andrà quindi incontro ad un processo in cui la possibilità di accorciare la condanna o di ottenere una riduzione della multa avranno meno possibilità di successo.

Quando si è sotto processo per reiterazione vengono maggiormente prese in considerazione le aggravanti e risultano quindi avere maggior peso la distribuzione a minori ed a persone in condizione psichiche e fisiche alle quali l’assunzione di sostanze psicotrope possa impedire in pieno l’autodeterminazione.

La pena applicata sarà tendenzialmente più alta della prima condanna per spaccio ed è quindi plausibile che venga imposta all’imputato una pena nettamente maggiore sia dal punto di vista detentivo sia da quello dell’esborso monetario.

Aggravanti dello spaccio

Possesso di una grossa quantità di stupefacenti.

Vendita ad un minorenne.

Vendita in prossimità di strutture ospedaliere, scuole e luoghi di forte partecipazione pubblica.

Possesso e spaccio di più tipologie di stupefacenti.

Sistematicità dello spaccio.

Quantità di denaro ricavata.

Reiterazione del reato.

Arresto in flagranza di reato

Nel caso in cui lo spacciatore venga colto in flagranza di reato da parte degli agenti di polizia, si potranno configurare due casi.

  1. Se gli agenti riconoscono un reato di lieve entità, essi potranno optare per una denuncia a piede libero o, se sussistono le condizione dell’art.381, comma quarto,c.p.p., procedere con l’arresto.
  2. Se invece l’atto configuratosi non può essere ritenuto di gravità trascurabile, ad esempio spacciatore pluripregiudicato e comportamento che possa far intendere la pericolosità del soggetto, gli agenti procederanno all’arresto del colpevole che però non sarà incarcerato ma incorrerà al massimo agli arresti domiciliari.

In qualunque dei due casi è però obbligatorio che i suddetti agenti redigano un verbale e, qualora si proceda all’arresto, dovrà esser dato conto delle ragioni, oggettive e/o soggettive, che hanno portato a tale atto da parte della Polizia.

Favoreggiamento allo spaccio e alla detenzione di stupefacenti

Per quanto riguarda il favoreggiamento bisogna distinguere due casi:

  1. Favoreggiamento personale: regolamentato dall’ex art.378, comma 1 del codice penale, si verifica quando si aiuta lo spacciatore ad evadere le investigazioni dopo che è avvenuto il fatto e senza essere in concorso di reato. La condanna per il favoreggiamento varia da uno a quattro anni di reclusione che possono però essere annullati anche del tutto se si dimostra che l’atto è stato compiuto per preservare la propria incolumità o di un prossimo congiunto.
  2. Favoreggiamento reale: regolamentato dall’ex art.379 del codice penale, si verifica quando si è in concorso di reato con lo spacciatore e ciò avviene nel momento in cui si rafforzi l’atto criminoso dello spacciatore condividendone le finalità illecite. Questa tipologia di reato viene punita con l’arresto e la detenzione fino a cinque anni.

Pene per il favoreggiamento

Favoreggiamento personale

Da uno a quattro anni di reclusione.

Favoreggiamento reale

Reclusione fino a cinque anni.

Come difendersi dalle accuse di spaccio

Essendo questo un reato perseguibile penalmente, l’imputato dovrà essere rappresentato in tribunale da un avvocato che potrà essere di fiducia dell’incriminato o d’ufficio iscritto al tribunale ove si svolge il processo.

E’ di fondamentale importanza ricordare che tra avvocato d’ufficio e avvocato di fiducia non esiste differenza di parcella: il legale assegnato d’ufficio viene chiamato in causa per garantire la tutela legale svolgendo la sua funzione che perciò deve essere pagata.

La parcella di un avvocato per il reato di spaccio può variare, mediamente, dai 3.000 € ai 5.000 € e questo dipende dalla complessità del processo, dalle attività da svolgere e soprattutto dal numero delle udienze.

Se l’accusato possiede determinati requisiti economici è possibile richiedere la tutela legale gratuita grazie al patrocinio dello Stato, il quale paga interamente il corrispettivo dell’avvocato. In questo caso l’avvocato deve essere iscritto alla lista del gratuito patrocinio del tribunale in cui viene avviene il processo.

Come detto, il reato di spaccio non ha condanne ben definite e standardizzate ed è per questo che risulta fondamentale affidarsi ad un avvocato preparato sulla materia che sappia sfruttare ogni risvolto delle leggi applicabili consentendo, nel limite del possibile, di alleggerire la pena al proprio assistito.

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