Blog https://avvocatocanevisio.it Assistenza legale penale e civile Wed, 29 Jul 2020 09:05:16 +0000 it-IT hourly 1 https://avvocatocanevisio.it/wp-content/uploads/2015/09/cropped-logo-browser-32x32.jpg Blog https://avvocatocanevisio.it 32 32 Modifica condizioni divorzio https://avvocatocanevisio.it/modifica-condizioni-divorzio/ Thu, 28 May 2020 15:25:02 +0000 https://avvocatocanevisio.it/?p=518

Modifica delle condizioni di divorzio

Art. 9 legge sul divorzio

In questo articolo vedremo alcuni concetti che è bene conoscere quando si affronta un ricorso per la modifica delle condizioni di divorzio.

Tratteremo sia la modifica dell’assegno di mantenimento che la modifica delle disposizioni inerenti l’affidamento dei figli. Valuteremo infine la possibilità della negoziazione assistita oltre al ricorso in tribunale.

Modifica condizioni divorzio

Modifica condizioni di divorzio

Il contenuto di questo articolo

I concetti che esporremo in questo articolo possono essere applicati in tutte queste casistiche:

  • Revisione condizioni di divorzio
  • Revisione condizioni di separazione
  • Riduzione dell’assegno divorzile
  • Revisione dell’assegno divorzile
  • Revoca dell’assegno divorzile

Modifica dell’assegno divorzile

La modifica dell’assegno divorzile è possibile se sono presenti giustificati motivi soppravvenuti.

La definizione di legge non è molto precisa, quindi lascia spazio ad interpretazioni.  In effetti il ventaglio delle motivazioni per cui è possibile aumentare, ridurre o revocare l’assegno divorzile è piuttosto ampio.

In genere si può dire che il ricorso per la modifica dell’assegno di divorzio è fondato quando:

  • Intervengono cambiamenti nella vita dei due ex coniugi
  • Tali cambiamenti portato alla rottura dell’equilibrio raggiunto con l’importo dell’assegno di mantenimento.

Questi elementi rendono di particolare attualità la modifica delle condizioni in quanto la crisi dovuta al coronavirus ha sicuramente compromesso gli equilibri di molti divorzi.

La relazione del commercialista

La perdita delle fonti di guadagno deve essere di natura stabile e non temporanea. Per questo motivo è utile far redigere da un commercialista una relazione che confermi tale situazione.

Questa relazione, allegata alla domanda di modifica delle condizioni di divorzio, è utile per ridurre le possibilità che questa venga respinta.

Disposizioni sui figli

Quando la modifica del patto di divorzio riguarda i provvedimenti relativi ai figli, la motivazione deve risiedere nei comportamenti incompatibili con la responsabilità genitoriale di uno dei due coniugi divorziati.

Il classico esempio di un comportamento di questo tipo è il caso in cui uno dei due genitori vieta o ostacola i rapporti del figlio con l’altro genitore o con i nonni.

Consulenza legale separazioni e divorzi

Negoziazione assistita

La negoziazione assistita è una facilitazione nel processo di modifica delle condizioni di divorzio/separazione.

Grazie alla consulenza di un avvocato, chiamato a verificare i presupposti per utilizzarla, la negoziazione assistita permette di presentare la modifica delle condizioni di divorzio innanzi al Sindaco nella sua veste di Ufficiale di Stato Civile.

In questo caso non sarà quindi necessario presentarsi in tribunale.

Se non esistono i presupposti per la negoziazione assistita, il supporto dell’avvocato si renderà necessario per presentare la richiesta di modifica delle condizioni innanzi al tribunale di competenza.

Consulenza legale

Molto spesso il lavoro dell’avvocato si rivela prezioso nelle fasi preliminari, prima di iniziare il ricorso per la revisione degli accordi, quando è ancora possibile trovare un accordo.

L’arbitraria revisione dell’assegno divorzile non è permessa

In nessun caso è concesso al coniuge divorziato il diritto di rivedere o sospendere arbitrariamente l’erogazione dell’assegno divorzile. La sospensione o riduzione è lecita solo se successiva ad un provvedimento del Tribunale diretto a modificare le condizioni di divorzio.

Il coniuge divorziato che arbitrariamente decida di sospendere il pagamento dell’assegno è passibile di querela penale per mancato adempimento di un ordine del giudice, oltre al pignoramento civile dei propri beni nella misura necessaria al recupero del credito.

Adeguamento automatico delle condizioni di divorzio

Alla stessa stregua il destinatario dell’assegno non può pretendere che questo venga adeguato senza un provvedimento del Tribunale competente.

In caso di miglioramento delle condizioni economiche del coniuge onerato, deve essere valutato caso per caso in che misura il richiedente della modifica delle condizioni del divorzio possa ritenersi in diritto di una revisione dell’assegno di mantenimento.

L’assistenza familiare

Il mancato versamento dell’assegno di mantenimento comporta il reato di violazione dell’obbligo di assistenza familiare (Art. 570 del codice penale). Le pene sono la reclusione fino ad un anno o una multa fino a 1032€.

Quindi, quando sopraggiungono circostanze che rendono impossibile pagare l’assegno, è necessario richiedere una modifica delle condizioni di divorzio prima di poter sospendere i pagamenti.

Influenza delle scelte personali

Normalmente, qualora sussistano i giustificati motivi per il ricorso alla modifica delle condizioni di separazione o divorzio, le scelte personali che hanno portato alla nuova situazione non sono d’ostacolo all’accoglimento della richiesta.

Naturalmente, in questo caso le valutazioni da fare possono essere molte. La casistica particolare deve essere esaminata e sottoposta al giudizio del giudice.

Consulenza legale

Il nostro studio offre consulenza legale per la modifica delle condizioni di divorzio.

Il servizio è impostato per stabilire da subito un rapporto di fiducia tra studio e cliente e si concretizza attraverso l’offerta di una consulenza approfondita del costo di 100€.

Ci occuperemo di reperire la documentazione e porre le domande necessarie per arrivare ad avere un quadro chiaro della situazione. Un appuntamento in studio servirà per illustrare al meglio il parere e le possibili strategie.

Se infine deciderai di affidare al nostro studio l’incarico, i 100€ verranno considerati come acconto sull’intero procedimento.

Se deciderai di non proseguire o di affidare l’incarico ad altri, i 100€ saranno trattenuti come pagamento della consulenza approfondita.


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Investire in Croazia: Assistenza legale Madrelingua https://avvocatocanevisio.it/investire-in-croazia-assistenza-legale-madrelingua/ Thu, 18 Jul 2019 13:09:09 +0000 https://avvocatocanevisio.it/?p=1615

Investire in Croazia

Investire in Croazia

Investimenti con assistenza legale madrelingua

Effettuare investimenti in Croazia è una scelta che sempre più Italiani compiono. Le motivazioni risiedono nel fatto che questo paese è un’economia emergente del panorama europeo e negli interessanti incentivi che il governo Croato ha ideato a sostegno degli imprenditori, soprattutto di piccole e medie imprese.

Oltre all’industria, anche il turismo o comprare casa in Croazia costituiscono una grande opportunità di investimento. Infatti, con i suoi chilometri di costa e le innumerevoli isole, la Croazia attira ogni anno turisti da tutto il pianeta. Nelle città Croate è fiorente il turismo storico e culturale, rendendo di fatto questo stato un concentrato di opportunità di investimento immobiliare.

Da non sottovalutare la vicinanza con l’Italia, cosa che rende molto facile acquistare immobili in Croazia per poi metterli a frutto senza dover per forza rivolgersi all’estero.

Il nostro studio è in grado di fornire una efficace consulenza legale, avendo al suo interno una figura madrelingua, originaria della Croazia.

Perchè investire in Croazia

Grazie alle molte opportunità sia di occupazione che di investimento, la Croazia è la meta sempre più scelta dai giovani imprenditori.

Punto a favore della Croazia rispetto all’Italia è la bassa pressione fiscale sugli imprenditori, fattore che contribuisce a rendere più facile aprire società in Croazia.

Esistono inoltre diverse zone (dette zone franche) con condizioni ancora più vantaggiose per aprire aziende in Croazia a patto di operare in determinati campi.

Inoltre, le importazioni e le esportazioni sono esenti da dazi doganali e non soffrono di particolari limitazioni.

Gli incentivi per investire in croazia

  1. Forti esenzioni sui redditi fino a 10 anni.
  2. Particolari incentivi fiscali per aprire aziende in Croazia con meno di 10 dipendenti.
  3. Incentivi per la creazione di nuovi posti di lavoro.
  4. Esenzioni fiscali per corsi di formazione del personale.
  5. Esenzioni doganali per l’import di attrezzature e macchinari.

Come aprire attività in Croazia

Innanzi tutto è necessario scegliere attentamente la tipologia di impresa che si desidera avviare, soprattutto in considerazione della zona della Croazia dove si intende stabilire la nuova attività. Naturalmente si deve essere nella condizione di disporre di un capitale di investimento, ma la cifrà può essere molto contenuta (in un range dai 2.000€ ai 5.000€, a seconda del ramo).

Successivamente è importante affidarsi ad una consulenza legale in grado di intrattenere le relazioni con le controparti Croate. Uno studio legale che abbia al suo interno un avvocato in grado di parlare in inglese può essere sufficiente. Meglio ancora se lo studio, come nel nostro caso, ha al suo interno una persona madrelingua, in grado di abbattere definitivamente le difficoltà di dialogo.

Il supporto legale è fondamentale per le fasi di registrazione dell’attività e per l’accesso agli incentivi statali.

Qualora i consulenti scelti non fossero in grado di esprimersi in inglese o croato, è comunque possibile procedere, ma bisogna mettere in conto la spesa per una figura che faccia da traduttore.

Investimenti immobiliari in Croazia

L’insidia maggiore nell’acquistare casa in Croazia è costituita dalle problematiche storiche dovute ai periodi di guerra. La difficoltà maggiore consiste nelle incongruenze tra i dati catastali e la reale situazione degli immobili. Questo fenomeno, particolarmente diffuso, è stato generato storicamente dalla gravosità della tassa sul trasferimento ed ha fatto proliferare casistiche di questo tipo. La situazione và normalizzandosi col tempo ma esistono ancora dei casi residui di cui è fondamentale tenere conto.

Non esistono comunque particolari limitazioni, per investire nel mercato immobiliare Croato è sufficiente affrontare con cautela e cognizione di causa tutti gli aspetti burocratici, senza incorrere nell’errore di sottovalutarli.

Chiaramente le località costiere, grazie al potenziale del turismo, sono le più appetibili per realizzare un buon investimento.

Comprare casa in Croazia

L’acquisto di un immobile in Croazia può essere portato a termine in due modi:

  • Come affare singolo
  • Come accordo azionario

La scelta deve essere fatta valutando questi aspetti:

  • Persona fisica o persona giuridica
  • Cittadino comunitario o extracomunitario
  • Regime fiscale
  • Vincoli normativi

Investire nel turismo Croato

Il turismo, settore trainante dell’economia Croata, è sicuramente una fonte di investimento molto interessante.

La Croazia attira ogni anno diversi milioni di turisti, che si recano principalmente nelle zone costiere e nelle numerose isole. Particolare menzione và fatta per i velisti di tutto il mondo, che costituiscono quindi una nicchia di sicuro interesse su cui concentrarsi.

Anche il turismo storico è molto fiorente in Croazia, questa volta soprattutto nelle zone interne dove l’impronta del passato è fonte di interesse per i viaggiatori di tutto il mondo. E’ sicuramente di rilievo la posizione geografica di questo stato: la Croazia è un importante crocevia di diverse culture trovandosi tra oriente ed occidente oltre che tra centro europa e zona mediterranea.

Il turismo, per ovvi motivi, presenta le stesse criticità degli acquisti immobiliari. Quindi, anche in questo caso, è importante avere al proprio fianco dei consulenti legali in grado di condurre le trattavite e le pratiche burocratiche nel migliore dei modi.

Consulenza legale per investimenti in Croazia


Il nostro studio dispone di personale interno (fisicamente presente nei nostri uffici) madrelingua originario della Croazia in grado di fornire tutto il supporto necessario nella realizzazione di investimenti in Croazia.

Utilizza questo modulo solo per fissare un appuntamento o per porre una domanda semplice che non richieda uno studio approfondito della casistica.

Per una consulenza professionale, con studio approfondito della casistica ed una strategia d’azione, scegli il servizio di consulenza stragiudiziale.

Diffida di chi offre consulenze legali gratuite: sono vietate dal codice deontologico forense.

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Informazioni sul reato di spaccio https://avvocatocanevisio.it/informazioni-sul-reato-di-spaccio/ Tue, 12 Feb 2019 12:25:32 +0000 https://avvocatocanevisio.it/?p=1402

Il reato di spaccio

Difendersi dall’accusa di reato di spaccio

In Italia il reato di spaccio, perseguibile penalmente, è regolamentato dalla legge Jervolino-Vassalli redatta nel 1990.

La legge in questione divide le tipologie di droghe in due segmenti: droghe leggere e droghe pesanti.

Và sottolineato che essere possessori di stupefacenti non si configura come reato se la quantità di cui si è in possesso è ridotta o è tale da non poter far pensare a una vendita a terzi.

Nel caso in cui si configuri il reato di spaccio, con l’inizio di una procedura penale, risulta fondamentale affidarsi ad un buon avvocato per ottenere sconti sulla condanna per spaccio e sulle multe che ne derivano e, in certi casi, anche l’assoluzione completa.

Presenza dell’avvocato durante la redazione del verbale

Nel momento del fermo e della redazione del verbale di sequestro da parte degli agenti è diritto del cittadino richiedere la presenza dell’avvoccato.

Questo diritto deve obbligatoriamente essere concesso, senza eccezioni.

Conseguenze del reato di spaccio

Tornando alla legge Jervolino-Vassalli abbiamo detto che gli stupefacenti vengono suddivisi in leggeri, ad esempio marijuana e hashish, e pesanti tra i quali si annoverano: cocaina, oppio, eroina, droghe sintetiche, ecc.

Questa divisione è molto importante per stabilire la pena per spaccio a cui si stà andando incontro. Infatti:

  1. Nel caso di droghe leggere la condanna per spaccio può variare da una reclusione minima di due anni ad una massimo di sei, alla quale va aggiunta una multa che varia dai 5.000 € ai 77.000 €.
  2. Se lo spaccio riguarda droghe pesanti, la pena da scontare aumenterà fino a variare, in base alla gravità del fatto, tra gli otto e i vent’anni. Anche la multa sarà molto più alta variando tra i 25.000 €, se si ottiene la condanna per spaccio minima, e 250.000 € se si viene condannati a quella massima.

La differenza di pena viene commisurata proporzionalmente alla gravità dell’atto commesso ed al danno che la sostanza venduta può causare al compratore.

Altro importante parametro di giudizio è la quantità posseduta e venduta. Visto che la legge non stabilisce una determinata soglia alla quale applicare la pena minima o massima, è discrezione del giudice fissare quale sia la condanna più consona per l’imputato.

Pene per spaccio di droghe leggere

Reclusione da due a sei anni.

Multa da 5.000 € a 77.000 €.

Spaccio droghe leggere

Pene per spaccio di droghe pesanti

Reclusione da otto a vent’anni.

Multa da 25.000 € a 250.000 €.

Spaccio di lieve entità

In taluni casi, l’avvocato può chiedere al giudice che il suo assistito venga processato per spaccio di lieve entità (art.73 comma 5 del Testo Unico sulla Droga). Il riconoscimento della lieve entità permette di aver uno sconto della pena.

Con tale procedura la sanzione in cui si incorre cala drasticamente: la reclusione varia tra i 6 mesi e i 4 anni e viene considerevolmente diminuita anche la penale che varierà tra i 1.000 €  e i 10.000 €.

Anche in questo caso, l’applicazione di tale sconto è a giurisdizione dell’ufficiale giudicante.

Lo spaccio di lieve entità si può verificare in particolari casi in cui vengono considerati vari fattori: non basta, perché il reato si consideri di lieve entità, l’aver spacciato piccole quantità di stupefacenti ma sono componenti fondamenti anche i mezzi e il modus operandi. Non viene considerato solo l’atto in sè ma anche le circostanze in cui il reato viene eseguito.

Sarà compito dell’avvocato provare che il suo assistito ha compiuto l’atto in tale circostanza.

Sono inoltre considerati ai fine della non esclusione dal reato di lieve entità anche la recidività nella cessione di droga dell’imputato e l’accertamento che quest’ultimo non abbia dipendenze da droghe.

La richiesta di tale riduzione si può presentare sia che l’assistito abbia diffuso droghe leggere sia che abbia venduto droghe pesanti.

Pene per spaccio di lieve entità

Reclusione da 6 mesi a 4 anni.

Multa tra i 1.000 €  e i 10.000 €.

Aggravanti al reato di spaccio

Come precedentemente detto, al fine di determinare la pena non viene considerata solo la quantità di stupefacente venduta ma anche il modo e il mezzo con il quale si effettua il traffico illecito.

Viene considerato aggravante al reato di spaccio il possesso di una grossa quantità di sostanze proibite.

L’inasprimento della pena di spaccio si concretizza altresì nel momento in cui il compratore sia un minorenne poiché esso è considerato far parte di una categoria vulnerabile della società e facilmente influenzabile.

Si considera aggravante anche la vendita in prossimità di strutture ospedaliere, scuola di ogni grado, luoghi di forte partecipazione pubblica in quanto in essi si possono trovare individui più vulnerabili alla tentazione che gli stupefacenti esercitano.

Comporta un aggravio della condanna per spaccio il possesso di più tipologie di stupefacenti poiché, indipendentemente dalle quantità, questo è un chiaro segnale di come l’imputato sia in grado di procurarsi sostanze eterogenee tra di loro.

Una notevole importanza risulta avere anche la sistematicità con la quale viene organizzato il giro di spaccio e la quantità di denaro che se ne ricava.

Reiterazione del reato

La reiterazione del reato comporta anch’essa un’aggravante, tuttavia il giudice può decidere in totale autonomia se sia il caso di applicare la pena minima o se applicare una pena maggiore.

Se il reato viene ripetuto è impossibile chiedere che venga giudicato come reato di lieve entità e si andrà quindi incontro ad un processo in cui la possibilità di accorciare la condanna o di ottenere una riduzione della multa avranno meno possibilità di successo.

Quando si è sotto processo per reiterazione vengono maggiormente prese in considerazione le aggravanti e risultano quindi avere maggior peso la distribuzione a minori ed a persone in condizione psichiche e fisiche alle quali l’assunzione di sostanze psicotrope possa impedire in pieno l’autodeterminazione.

La pena applicata sarà tendenzialmente più alta della prima condanna per spaccio ed è quindi plausibile che venga imposta all’imputato una pena nettamente maggiore sia dal punto di vista detentivo sia da quello dell’esborso monetario.

Aggravanti dello spaccio

Possesso di una grossa quantità di stupefacenti.

Vendita ad un minorenne.

Vendita in prossimità di strutture ospedaliere, scuole e luoghi di forte partecipazione pubblica.

Possesso e spaccio di più tipologie di stupefacenti.

Sistematicità dello spaccio.

Quantità di denaro ricavata.

Reiterazione del reato.

Arresto in flagranza di reato

Nel caso in cui lo spacciatore venga colto in flagranza di reato da parte degli agenti di polizia, si potranno configurare due casi.

  1. Se gli agenti riconoscono un reato di lieve entità, essi potranno optare per una denuncia a piede libero o, se sussistono le condizione dell’art.381, comma quarto,c.p.p., procedere con l’arresto.
  2. Se invece l’atto configuratosi non può essere ritenuto di gravità trascurabile, ad esempio spacciatore pluripregiudicato e comportamento che possa far intendere la pericolosità del soggetto, gli agenti procederanno all’arresto del colpevole che però non sarà incarcerato ma incorrerà al massimo agli arresti domiciliari.

In qualunque dei due casi è però obbligatorio che i suddetti agenti redigano un verbale e, qualora si proceda all’arresto, dovrà esser dato conto delle ragioni, oggettive e/o soggettive, che hanno portato a tale atto da parte della Polizia.

Favoreggiamento allo spaccio e alla detenzione di stupefacenti

Per quanto riguarda il favoreggiamento bisogna distinguere due casi:

  1. Favoreggiamento personale: regolamentato dall’ex art.378, comma 1 del codice penale, si verifica quando si aiuta lo spacciatore ad evadere le investigazioni dopo che è avvenuto il fatto e senza essere in concorso di reato. La condanna per il favoreggiamento varia da uno a quattro anni di reclusione che possono però essere annullati anche del tutto se si dimostra che l’atto è stato compiuto per preservare la propria incolumità o di un prossimo congiunto.
  2. Favoreggiamento reale: regolamentato dall’ex art.379 del codice penale, si verifica quando si è in concorso di reato con lo spacciatore e ciò avviene nel momento in cui si rafforzi l’atto criminoso dello spacciatore condividendone le finalità illecite. Questa tipologia di reato viene punita con l’arresto e la detenzione fino a cinque anni.

Pene per il favoreggiamento

Favoreggiamento personale

Da uno a quattro anni di reclusione.

Favoreggiamento reale

Reclusione fino a cinque anni.

Come difendersi dalle accuse di spaccio

Essendo questo un reato perseguibile penalmente, l’imputato dovrà essere rappresentato in tribunale da un avvocato che potrà essere di fiducia dell’incriminato o d’ufficio iscritto al tribunale ove si svolge il processo.

E’ di fondamentale importanza ricordare che tra avvocato d’ufficio e avvocato di fiducia non esiste differenza di parcella: il legale assegnato d’ufficio viene chiamato in causa per garantire la tutela legale svolgendo la sua funzione che perciò deve essere pagata.

La parcella di un avvocato per il reato di spaccio può variare, mediamente, dai 3.000 € ai 5.000 € e questo dipende dalla complessità del processo, dalle attività da svolgere e soprattutto dal numero delle udienze.

Se l’accusato possiede determinati requisiti economici è possibile richiedere la tutela legale gratuita grazie al patrocinio dello Stato, il quale paga interamente il corrispettivo dell’avvocato. In questo caso l’avvocato deve essere iscritto alla lista del gratuito patrocinio del tribunale in cui viene avviene il processo.

Come detto, il reato di spaccio non ha condanne ben definite e standardizzate ed è per questo che risulta fondamentale affidarsi ad un avvocato preparato sulla materia che sappia sfruttare ogni risvolto delle leggi applicabili consentendo, nel limite del possibile, di alleggerire la pena al proprio assistito.

Assistenza legale reati di spaccio

Utilizza questo modulo solo per fissare un appuntamento o per porre una domanda semplice che non richieda uno studio approfondito della casistica.

Per una consulenza professionale, con studio approfondito della casistica ed una strategia d’azione, scegli il servizio di consulenza stragiudiziale.

Diffida di chi offre consulenze legali gratuite: sono vietate dal codice deontologico forense.

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Come fare una diffida ad adempiere https://avvocatocanevisio.it/diffida_ad_adempiere_come_fare/ Fri, 08 Feb 2019 14:17:18 +0000 https://avvocatocanevisio.it/?p=1383

Diffida ad adempiere: come fare ?

Come scrivere una lettera di diffida ad adempiere

In questo articolo andremo ad illustrare come fare una diffida ad adempiere; partendo dalla sua definizione, prenderemo in esame le possibili casistiche in cui è necessario farla, analizzeremo la procedura corretta ed esaustiva per la sua compilazione e la spedizione.

Cercheremo di guidarvi nei vari passi per rendevi autonomi sulla procedura da usare, cercando di darvi le giuste nozioni ed i riferimenti giuridici indispensabili per operare senza complicati tecnicismi.

La lettera può essere scritta in autonomia, ma è iportante sottolineare che spesso l’intestazione di uno studio legale o la firma di un avvocato conferiscono maggiore incisività alla comunicazione.

Inoltre, un avvocato è in grado di evitare possibili cavilli burocratici, ai quali l’inadempiente si possa aggrappare in una eventuale causa per interruzione anticipata del contratto.

Il nostro studio offre il servizio di redazione ed invio lettere, per maggiori informazioni CLICCA QUI.

Ma non perdiamo altro tempo e cominciamo questo nostro percorso…

Affidare la revisione ad un avvocato

Un modo per avere la certezza di produrre una diffida ad adempiere formalmente valida ad un costo bassissimo: scriverla personalmente ed affidarla alla revisione di un un avvocato.

La diffida ad adempiere

Di fatto questo atto formale ha lo scopo di sancire con chiarezza la data di chiusura di un contratto se l’inadempiente nel frattempo non rispetti i vincoli contrattuali.

Il termine, che deve essere esplicitamente indicato, non può essere inferiore a quindici giorni, ma deve comunque essere un lasso di tempo che permetta di regolarizzare la posizione dell’inadempiente.

Art.1454 cc

Come recita l’articolo 1454 del codice civile, la diffida ad adempiere è l’atto unilaterale, redatto dalla parte che ha subito un’ inadempienza, per intimare la risoluzione del contratto in essere nel caso, entro il congruo termine specificato, l’inadempiente non porti a termine gli accordi presi.

Quando fare una diffida ad adempiere

Vediamo in questo elenco i motivi per cui procedere con una diffida ad adempiere.

  • Ritardi

    Nel caso in cui ci sia un grave ritardo nel fornire un servizio o una prestazione.

  • Difformità rispetto al progetto

    Un lavoro eseguito qualitativamente in modo ritenuto non sufficiente, per esempio quando una ditta in appalto esegue un opera in difformità rispetto al progetto.

  • Lavori non completati

    Un lavoro eseguito solo parzialmente, rispetto a quanto pattuito nel contratto.

  • Gravi inadempienze

    Gravi inadempienze che possano giustificare la risoluzione del contratto.

Contenuti di una diffida ad adempiere

Essenzialmente la lettera di diffida ad adempiere è costituita da tre parti.

Nella prima parte, oltre alle generalità di entrambi gli attori del contratto, deve essere presente l’oggetto dell’atto.

Nella seconda parte trovano spazio le motivazioni che spingono alla stipula della lettera, ovvero deve essere ben chiara l’intimidazione ad adempiere, nulla deve essere dato per scontato e vanno inseriti i corretti termini dell’inadempienza.

Nell’ultima parte deve essere indicato un termine adeguato, che non deve essere inferiore ai quindici giorni, ma deve dare la possibilità all’inadempiente di regolarizzare la situazione.

In ultima istanza deve essere evidenziata l’intenzione di procedere alla risoluzione del contratto allo scadere del termine indicato (anche qui l’intenzione deve essere scritta chiaramente, non sottintesa o usando termini vaghi).

Modalità di invio della lettera di diffida ad adempiere

Ad oggi sono previste due modalità di invio della diffida ad adempiere.

La prima è quella di utilizzare una raccomandata con ricevuta di ritorno. La raccomandata può essere anche inviata utilizzando un servizio online che, oltre alla comodità, offre il vantaggio di certificare anche il contenuto del messaggio, cosa che non accade nel caso di raccomandata cartacea inviata dall’ufficio postale.

La seconda possibilità è quella di utilizzare la posta certificata PEC, solo nel caso però che anche il destinatario possieda una casella mail certificata.

Raccomandata online

La raccomandata online ha piena validità giuridica ed anche un vantaggio: certifica il contenuto della lettera.

La raccomandata classica certifica solamente il recapito, permettendo così alla controparte di metterne in discussione il contenuto.

Modello fac simile lettera di diffida ad adempiere

[Dati del mittente]

____________________

____________________

____________________

[Dati del destinatario]

____________________

____________________

____________________

Alla cortese attenzione di [Ruolo + Egr. Sig. Cognome, ad esempio Responsabile Contabile Egr. Sig. Rossi]

Trasmessa tramite raccomandata A.R. [Data e luogo]

OGGETTO

[Nomi delle parti contraenti il contratto] – Diffida ad adempiere ex. art. 1454 c.c.

Io sottoscritto [Nome e cognome del mittente] nato il [Data di nascita], a [Luogo di nascita] e residente in [Residenza], formulo la presente per significare quanto segue.

PREMESSO CHE:

In data [Data del contratto] veniva con Voi stipulato il contratto relativo a [Oggetto del contratto];

In data [Data] il sottoscritto effettuava [Breve descrizione, ad esempio “il pagamento”] per mettervi in condizione di adempiere agli accordi;

A tutt’oggi non risulta ancora da voi adempiuto il contratto, [Descrivere la mancanza rilevata nell’adempimento del contratto], per vostra esclusiva colpa;

Essendo trascorso un congruo termine per l’adempimento, che era stato stabilito il [Data entro la quale era stato concordato l’adempimento];

Avendo già sollecitato in altre occasioni, [Indicare eventuali lettere o altre forme di sollecito].

INTIMO E DIFFIDO AD ADEMPIERE

Ai sensi e per gli effetti dell’art. 1454 del Codice Civile entro e non oltre il termine di [Numero] giorni dal ricevimento della presente, avvertendovi che decorso inutilmente tale termine, il contratto s’intenderà senz’altro risolto con ogni conseguenza di legge ed il sottoscritto agirà nelle sedi competenti per il risarcimento di tutti i danni subiti e subendi con aggravio di spese a vostro carico.

Si ricorda che per l’esatto adempimento pattuito è richiesto [Descrivere le inadempienze che devono essere risolte].

Con ogni più ampia riserva di diritti, ragioni e azioni, valga la presente ad interrompere ogni prescrizione e decadenza.

Distinti saluti.

[Luogo e data]

_________________________

[Timbro e firma]

_________________________

Revoca o modifica di una diffida ad adempiere

Il creditore che ha inviato una diffida ad adempiere, per legge non ha più la possibilità di modificarla o di revocarla; quello che gli è concesso di fare è di rinunciare ad avvalersi dell’effetto risolutore del contratto, accettando un adempimento tardivo da parte del debitore.

D’altra parte quest’ultimo (definito debitore diffidato) può chiedere la ritrattazione del termine per l’adempimento, rinviando di fatto l’operatività della diffida.

Messa in mora

Un’altra strada che in questi casi è percorribile è quella della messa in mora prevista dall’articolo 1219 del codice civile.

Questo atto è simile a quello della diffida legale ma non impone un’automatica chiusura del contratto limitandosi ad intimare ufficialmente l’inadempiente a regolare la sua posizione, pena l’intraprendimento delle vie legali.

Anche la messa in mora deve essere scritta e comunicata tramite gli stessi canali della diffida ad adempiere.

La scelta dell’una o dell’altra strada da percorrere deve essere fatta tenendo conto degli effetti sul rapporto contrattuale che i due atti producono. La messa in mora è da preferire quando non si vuole arrivare ad una chiusura del contratto ma solo alla regolarizzazione delle questioni ad esso collegate.

Riflessioni conclusive e consigli

Abbiamo visto come si possa procedere in autonomia per redigere e inoltrare una diffida ad adempiere.

Abbiamo fatto notare come questo atto non sia una semplice intimidazione, ma ha una valenza per la risoluzione anticipata di un contratto da parte della parte lesa, con quindi la produzione di effetti giuridici.

E’ anche vero però che un contratto interrotto può essere impugnato dalla parte inadempiente, portando le proprie ragioni o trovando dei vizi di forma nella presentazione della diffida legale.

Tenendo conto di tutto questo si può concludere che una consulenza legale, prima di intraprendere questo tipo di procedimento, è da prendere in considerazione essenzialmente per due ragioni.

La prima, perché l’intestazione di uno studio legale o la firma di un avvocato sicuramente conferiscono una maggiore incisività alla lettera.

La seconda ragione, è quella di far verificare che non ci siano possibili cavilli burocratici, ai quali l’avvocato dell’inadempiente si possa aggrappare per vincere un’eventuale causa innescata per l’interruzione anticipata del contratto.


Assistenza legale

Per avere consulenza legale nella redazione della lettera di diffida, per assitenza nella ricerca di una soluzione stragiudiziale o per qualsiasi altra informazione, puoi contattarci usando questo modulo.


Utilizza questo modulo solo per fissare un appuntamento o per porre una domanda semplice che non richieda uno studio approfondito della casistica.

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Diffida di chi offre consulenze legali gratuite: sono vietate dal codice deontologico forense.

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Come fare per separarsi https://avvocatocanevisio.it/come-fare-per-separarsi/ Tue, 06 Nov 2018 09:29:02 +0000 https://avvocatocanevisio.it/?p=1155

Come affrontare una separazione

Come fare per separarsi

Come fare per separarsi ? Il primo consiglio è mantenere la calma ed avere uno spirito collaborativo.

Come fare per separarsi dal coniuge ?

Prima di scendere nei dettagli, un consiglio su tutti: sappiate che la separazione dal coniuge richiede tanto autocontrollo, necessario per evitare reazioni impulsive che potrebbero condurre a una serie di ripicche estenuanti e controproducenti. L’unica strada per separarsi velocemente è mantenere un atteggiamento collaborativo ed essere disposti ad accettare dei compromessi.

Se il vostro desiderio è quello di arrivare subito al divorzio, il primo passo da compiere è la definizione di un accordo di separazione consensuale.

A questo proposito la consulenza di un avvocato per redigere l’accordo di separazione consensuale permette di evidenziare i punti più rilevanti per poter continuare la propria vita con il minimo disagio.

Rivolgersi a un avvocato mettendo da parte per un attimo i risentimenti che sempre accompagnano una separazione, consente di  separarsi velocemente e consensualmente e, infine, di divorziare presto.

Per di più il costo di un avvocato per una separazione consensuale è sicuramente inferiore al costo per una separazione giudiziale.

Anche la tempistica per una separazione consensuale è ridotta rispetto ai tempi per una separazione giudiziale.

Dunque, come fare per separarsi subito ?

Separazione: cosa fare e non fare

Prima di addentrarci in definizioni e linguaggio tecnico, è opportuno sottolineare alcuni aspetti essenziali.

Si tratta di cose basate semplicemente sul buon senso ma che è facile dimenticare dato il momento di stress che vive chi affronta una separazione.

Tenere in grande considerazione questi aspetti può fare una grandissima differenza, soprattutto nel lungo periodo.

Cosa fare

Cerca in ogni modo di arrivare ad una separazione consensuale. Serviranno nervi saldi ma ne varrà assolutamente la pena.

Accetta qualche compromesso, senza cercare vendetta.

Discuti gli accordi con il coniuge con tutta la calma possibile e successivamente recatevi assieme da un avvocato divorzista per la definizione dei dettagli e la mediazione di eventuali disaccordi.

Non fissarti troppo sui dettagli: trova con il coniuge un accordo che vi soddisfi entrambi e chiudete velocemente la questione.

Se hai un patrimonio da tutelare, informa subito l’avvocato.

Se sostieni spese economiche imputabili al matrimonio, tienine traccia con tutta la documentazione necessaria.

Se l’altro coniuge tiene comportamenti che violano i doveri matrimoniali cerca di acquisire prove, diventeranno necessarie in fase di giudizio.

Cosa non fare

Non fidarti troppo dei consigli degli amici, non sono esperti e sono di parte.

Non compiere gesti d’impulso, come ad esempio abbandonare il tetto coniugale.

Non usare i figli contro l’altro coniuge.

Non lasciarti mai e poi mai andare a gesti violenti nei confronti del coniuge.

Se hai raggiunto un accordo, evita di cambiare idea in seguito.

Non soffermarti troppo a “spremere” la legge per ottenere tutto il possibile: accontentati di un accordo che ti soddisfi, in caso contrario preparati ad affrontare tempi lunghi per arrivare ad una soluzione.

Come fare per separarsi: tutte le definizioni che devi assolutamente conoscere!

Per separarti con consapevolezza devi assolutamente scoprire il significato dei seguenti termini:

A questo proposito troverai tutte le risposte da conoscere continuando a leggere questo articolo che ti spiega come fare per separarti.

Che cos’è la separazione dei coniugi

La separazione dei coniugi è un atto formale al quale ricorrono i due consorti nel momento in cui dei problemi interni o esterni alla coppia rendano insopportabile la convivenza o compromettano l’educazione dei figli.

A differenza del divorzio, la separazione dei coniugi è una situazione temporanea, infatti marito e moglie possono decidere di riconciliarsi in qualunque momento.

Separazione ed obblighi matrimoniali

In particolare la separazione sospende alcuni obblighi matrimoniali quali:

  • La convivenza nella stessa casa.
  • L’unione dei beni di cui i consorti erano già titolari prima del matrimonio e di quelli acquisiti dopo il matrimonio stesso.
  • La fedeltà da ambo le parti.


Che cos’è la separazione breve?

La separazione breve è l’opportunità per i coniugi di separarsi più agevolmente e rapidamente, nonché di spendere meno denaro, infatti non prevede imposte da pagare.

La separazione breve si ottiene per mezzo della negoziazione assistita di un avvocato, pertanto senza doversi recare in Tribunale.

Per poter usufruire di tale possibilità la separazione deve essere consensuale. Non costituisce impedimento la presenza di figli minorenni, invalidi oppure maggiorenni non indipendenti a livello economico.

La separazione ed il divorzio breve sono trattati nel Decreto Legge n. 132/14 del 12 settembre 2014.


Che cos’è la lettera di separazione

La lettera di separazione è una comunicazione che deve essere spedita al proprio coniuge per informarlo di volersi separare. Con la lettera di separazione si possono ridurre i tempi e quindi raggiungere un accordo di separazione consensuale più velocemente.

In particolare la lettera di separazione può avviare un dialogo sulla separazione stessa. In seguito all’invio della lettera per la separazione i coniugi potranno cercare di separarsi in modo pacifico, se è possibile trovare un accordo, oppure in maniera conflittuale, se le rispettive posizioni sono troppo distanti.

Nel primo caso si parla di separazione consensuale, mentre nel secondo caso si deve ricorrere alla separazione giudiziale attraverso un processo civile che prevede numerose udienze, maggiori costi oltre al dover accettare le decisioni di un Giudice.

Il nostro studio offre il servizio di redazione e revisione lettere, contattaci per maggiori informazioni.

La lettera per separazione, da spedire via raccomandata A/R, può essere utilizzata per evitare l’addebito della separazione nel momento in cui un coniuge desideri andarsene di casa al più presto perché esasperato. Attenzione: l’abbandono del tetto coniugale comporta la perdita del diritto all’assegno di mantenimento ed una pessima valutazione del proprio modo di agire da parte di un Giudice nel caso si finisca per ricorrere alla separazione giudiziale.

Raccomandata online

La raccomandata online ha piena validità giuridica ed anche un vantaggio: certifica il contenuto della lettera.

La raccomandata classica certifica solamente il recapito, permettendo così alla controparte di metterne in discussione il contenuto.

E’ importante sottolineare che il coniuge destinatario della lettera di separazione consensuale potrebbe non rispondere oppure dichiarare il suo disappunto.

In questo caso, il coniuge mittente può proporre delle nuove condizioni di separazione per arrivare a un accordo consensuale oppure decidere di depositare, tramite il proprio avvocato, il ricorso di separazione giudiziale.

Ricordiamo ancora una volta che i tempi per la separazione, consensuale o giudiziale che sia, sono direttamente correlati alla volontà dei coniugi di accordarsi velocemente.


Cosa si intende per condizioni di separazione?

Le condizioni di separazione sono quelle condizioni nel rispetto delle quali i coniugi decidono se accettare o meno l’accordo separazione.

In particolare le principali tematiche che vengono valutate per determinare le condizioni ed infine raggiungere un accordo di separazione sono:

  • Gli alimenti.
  • La custodia dei figli.
  • La suddivisione dei beni in comunione come l’auto e il conto corrente.
  • L’affidamento dell’abitazione coniugale.


Che cos’è la separazione consensuale?

La separazione consensuale è uno strumento legale creato per i coniugi che desiderano separarsi concordemente e che hanno già deciso le condizioni di separazione (ad esempio l’ammontare dell’assegno di mantenimento e a chi debba andare la casa coniugale).

In pratica la separazione consensuale comincia depositando un ricorso presso la Cancelleria del Tribunale del Comune in cui almeno uno dei due coniugi abbia la residenza o il domicilio.

Quindi viene creato un fascicolo d’ufficio comprensivo di:

  • Ricorso
  • Estratto per riassunto dell’atto di matrimonio.
  • Stato di famiglia.
  • Certificato di residenza dei coniugi.
  • Fotocopia delle dichiarazione dei redditi dell’ultimo triennio.
  • Fotocopia delle carte d’identità e dei codici fiscali.

In seguito ai vari assolvimenti, i due coniugi devono presentarsi davanti al Presidente del Tribunale. Il presidente, nel rispetto degli obblighi di legge, tenterà di riappacificare i consorti ascoltandoli separatamente e poi insieme.

Qualora i coniugi riaffermino l’intento di volersi separare il Presidente del Tribunale preparerà l’emanazione del decreto di omologazione delle condizioni di separazione specificate nel ricorso.

Infine, l’accordo di separazione consensuale viene sottoposto al giudizio dei magistrati.

Nel caso vi siano figli minorenni, l’accordo deve essere visionato anche dal Pubblico Ministero.


Che cos’è l’accordo di separazione consensuale?

L’accordo di separazione consensuale è un documento che elenca e descrive le condizioni di separazione.

In particolare tale accordo viene redatto con l’aiuto di un avvocato, deve essere firmato da entrambi i coniugi e convalidato dal Tribunale perché diventi operativo.

Infine, l’accordo di separazione consensuale deve essere spedito in copia autenticata dal proprio legale, non oltre 10 giorni dalla sottoscrizione, al Comune dove fu officiato, iscritto o trascritto il matrimonio.

Perdita di efficacia dell’accordo di separazione

Nel caso i due consorti non si presentino al cospetto del sindaco nel giorno prestabilito, l’accordo di separazione perde di efficacia e bisogna ricominciare tutta la procedura da capo.

Modello dell’accordo di separazione consensuale

L’accordo di separazione consensuale, da concretizzare grazie alla negoziazione assistita tramite avvocato, và raggiunto in modalità differenti a seconda che siano o meno presenti dei figli all’interno della coppia:

Separazione consensuale con figli

In presenza di figli è necessario dimostrare il tentativo di conciliazione tra i coniugi, per esempio attraverso la mediazione famigliare.

Nell’accordo di separazione consensuale bisogna anche indicare l’affidamento e la sistemazione dei figli, i giorni e gli orari di frequentazione, la determinazione degli alimenti e la sottoscrizione delle parti.

L’avvocato deve dichiarare che l’accordo rispetta pienamente i diritti intrasmissibili e le leggi di ordine pubblico, firmare, autenticare e inviare l’accordo medesimo entro 10 giorni dall’avvenuta sottoscrizione al Comune dove fu celebrato, iscritto o trascritto il matrimonio a seconda del rito scelto (civile o religioso).

Infine l’accordo di separazione consensuale deve essere spedito anche al Pubblico Ministero perché vi aggiunga il suo visto in caso fra i figli vi siano dei minori.

Separazione consensuale senza figli

In assenza di figli occorre comunque dimostrare il tentativo di riconciliazione, ad esempio attraverso la consulenza di coppia, inoltre entrambi i coniugi devono firmare l’accordo e l’avvocato deve dichiarare che l’accordo medesimo rispetta i diritti indisponibili e le leggi di ordine pubblico.

Infine l’avvocato deve sottoscrivere e autenticare l’accordo di separazione consensuale e trasmetterlo entro 10 giorni dall’avvenuta sottoscrizione al Comune dove fu officiato, iscritto o trascritto il matrimonio.

Facsimile per richiedere l’accordo di separazione consensuale

Ecco di seguito un esempio di richiesta di accordo di separazione consensuale.

La richiesta di accordo prevede un versamento in denaro tramite bonifico bancario per i diritti di segreteria la cui ricevuta dovrà essere allegata alla richiesta medesima da presentare all’ufficio di stato civile del Comune.

Accordo di separazione fac simile

Al Signor Sindaco del Comune di………………………………

OGGETTO

Richiesta di accordo di separazione consensuale ai sensi della legge n…………………………………………………

I SOTTOSCRITTI

cognome, nome, data di nascita, indirizzo e città di residenza dei due coniugi.

DICHIARANO

  • Che in data……………….hanno contratto matrimonio con rito……………………… nel comune di……………………………… atto iscritto/trascritto al n………., parte………., serie………., anno……….nel Comune di……………………………….
  • Che dall’unione sono/non sono nati n….. figli, dati anagrafici dei figli, ora maggiorenni, economicamente indipendenti, non incapaci e non portatori di handicap grave (ai sensi dell’art…………………………………………….).
  • Di essere/non essere parti in corso di giudizio, riguardante la separazione consensuale tra gli stessi (indicare l’autorità giudiziaria nel caso di causa pendente).
  • Di non definire tra di loro qualsiasi accordo di trasferimento patrimoniale.

CHIEDONO CONCORDEMENTE

Di portare a compimento dinanzi al Sindaco del Comune di……………………………… nel suo ruolo di ufficiale dello stato civile, l’accordo di separazione personale ai sensi della legge n………..

Luogo………

Data………

Firme dei coniugi………

Che cos’è la separazione in casa?

Talvolta i coniugi che si separano scelgono per il bene dei figli, per ragioni economiche e/o logistiche, per motivi di affetto o per non affrontare il turbamento della separazione fisica, anche se l’amore è ormai finito da tempo, di continuare a coabitare sotto lo stesso tetto.

Per cui si deve parlare di separazione consensuale in casa. In merito si evidenzia che i separati in casa in Italia sono sempre più numerosi in conseguenza del fallimento assai frequente dei matrimoni.

La separazione in casa comporta comunque determinati diritti e doveri, quindi prima di decidere di vivere come separati in casa dovresti sapere che:

  • La separazione consensuale sotto lo stesso tetto non consente il patto di trasferimento patrimoniale.
  • Sussistono gli obblighi di assistenza morale e materiale del coniuge e dei figli.
  • I separati in casa possono divorziare poiché non sono presenti elementi quali la comunione legale e l’unione spirituale che contraddistinguono il matrimonio.
  • Possono presentarsi delle problematiche burocratiche, ad esempio per ottenere dei contributi comunali in base al proprio reddito che aumenta sommandoci quello del coniuge.

I coniugi devono comparire dinanzi al Sindaco oppure innanzi a un suo delegato dopo circa 30 giorni dal ricevimento delle dichiarazioni dei coniugi stessi per la conferma definitiva.

Se la separazione in casa diviene insopportabile è possibile richiedere l’intervento di un giudice del Tribunale Civile per raggiungere un nuovo accordo di separazione, ad esempio per mezzo della mediazione famigliare, oppure per procedere a una separazione giudiziale.

Che cos’è la separazione giudiziale?

La separazione giudiziale è una procedura tramite la quale un consorte o ambo i coniugi ricorrono a un giudice del Tribunale Civile di competenza del Comune di ultima residenza dei consorti, o di uno dei due coniugi, perché pronunci una sentenza di separazione in grado di coordinare i rapporti dei consorti medesimi che ormai non vivono più insieme e che non riescono a trovare un comune accordo.

La sentenza giudiziale fa cessare gli obblighi matrimoniali quali la convivenza, la comunione legale dei beni e l’assistenza reciproca.

Differenze fra separazione consensuale e separazione giudiziale

La separazione consensuale e la separazione giudiziale, che sono entrambe sentenze legali, ma nel primo tipo di separazione i coniugi hanno raggiunto un accordo comune sulle condizioni di separazione quali la custodia dei figli, l’ammontare degli alimenti e l’affidamento della casa coniugale.

Nel caso della separazione giudiziale non solo non si è arrivati a un accordo di separazione consensuale, ma essendo diventati troppo difficili e aspri i rapporti fra i coniugi è stato necessario per questi ultimi ricorrere al Tribunale Civile competente per ottenere la sentenza di un giudice che regoli le condizioni di separazione cui i consorti dovranno ubbidire per legge.

Addebito della separazione

Per mezzo della separazione giudiziale è possibile chiedere l’addebito della separazione, ad esempio a causa del tradimento del proprio coniuge.

Quali sono i tempi per la separazione e il divorzio?

Una somma regola su tutte: i tempi per la separazione e per il divorzio variano in relazione alla difficoltà nell’arrivare a un accordo condiviso da entrambi i coniugi. Sostanzialmente: più i coniugi sono litigiosi e più tempo ci vorrà per separarsi.

Quali sono le tempistiche per la separazione consensuale ?

Per quanto riguarda le tempistiche per la separazione consensuale dopo avere depositato il ricorso presso la Cancelleria del Tribunale Civile si devono attendere una quindicina di giorni prima di prendere nuovamente contatto con la Cancelleria stessa per scoprire lo stato di avanzamento della propria pratica e la data dell’udienza.

Dopo pochi giorni da tal udienza si potrà richiedere la copia dell’omologazione della separazione da consegnare allo stato civile.

Le tempistiche per la separazione consensuale possono essere anche di soli 30 giorni.

Quali sono i tempi per il divorzio consensuale ?

Per ciò che riguarda i tempi per il divorzio consensuale devono passare 6 mesi di separazione consensuale prima di poter presentare la domanda di divorzio.

Se la separazione è stata giudiziale bisogna invece attendere almeno un anno prima di poter proporre la domanda di divorzio.

Quali sono i tempi per la separazione giudiziale ?

Per quanto riguarda i tempi per la separazione giudiziale si deve evidenziare che di norma non sono mai inferiori ai 2 anni, in particolare a causa dei ricorsi per Cassazione e del livello di dinamismo del Tribunale Civile nel stabilire le date delle udienze.

Quali sono i costi per la separazione e per il divorzio ?

Per valutare quanto si va a spendere chiedendo la separazione e in seguito il divorzio occorre prendere in considerazione il tipo di separazione legale e di divorzio di proprio interesse.

Alcune indicazioni utili in merito ai costi da sostenere per una separazione ed un successivo divorzio:

  • Il costo di una separazione consensuale parte da un minimo di 1.600 euro fino a raggiungere i 3.200 euro.
  • Il costo dell’avvocato per la separazione consensuale può variare dai 1.000 ai 3.000.
  • Il costo della separazione consensuale senza avvocato, ossia di fronte all’ufficiale di stato civile, solitamente il Sindaco, che non costa più di 30 euro.
  • Il costo per la separazione giudiziale prevede delle spese processuali variabili fra i 1.500 e i 4.000 euro.
  • Il costo per il divorzio giudiziale prevede un contributo unificato pari a 98 euro.
  • Il costo dell’avvocato per la separazione giudiziale può superare i 5.000 euro.
  • Il costo per il divorzio in Comune è pari a 16 euro per i diritti comunali da pagare allo stato civile.
  • Il costo per il divorzio consensuale prevede un contributo unificato di 43 euro.

Assistenza legale separazioni e divorzi

Il nostro studio offre tutela legale per la gestione di separazioni e divorzi. Il servizio è impostato per stabilire da subito un rapporto di fiducia tra studio e cliente e si concretizza attraverso l’offerta di una consulenza approfondita a soli 100€.

Prima e durante questa consulenza, l’avvocato si occuperà di reperire la documentazione e porre le domande necessarie per arrivare ad avere un quadro chiaro della situazione. Un appuntamento in studio servirà per illustrare al meglio il parere e le possibili strategie.

Se infine deciderai di affidare al nostro studio l’incarico, i 100€ verranno considerati come acconto sull’intero procedimento.

Se deciderai di non proseguire o di affidare l’incarico ad altri, i 100€ saranno trattenuti come pagamento della consulenza approfondita.


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Ritiro patente per alcol: cosa fare ? https://avvocatocanevisio.it/ritiro_patente_alcol/ Sat, 29 Sep 2018 08:31:01 +0000 https://avvocatocanevisio.it/?p=567

Ritiro patente per alcol

Cosa fare ?


Ritiro patente per guida in stato di ebbrezza

Un controllo con l’etilometro

La sospensione della patente per ebbrezza (tasso alcolico superiore al limiti di legge) configura un’ipotesi di reato, la sua conseguenza è un procedimento penale. La legge prevede quindi la presenza obbligatoria di un avvocato affinchè venga garantita la tutela legale necessaria.

La prima cosa da fare è rivolgersi al proprio avvocato. L’avvocato può essere quello d’ufficio ma anche uno di fiducia. L’avvocato di fiducia può essere scelto successivamente, anche nei giorni successivi al rilevamento del tasso alcolico superiore alla soglia di legge.

Il compito dell’avvocato è quello di ridurre la gravità delle conseguenze (come la durata del ritiro della patente) che dipendono comunque sempre dal valore del tasso alcolemico rilevato. Per tassi alcolemici particolarmente bassi è prevista solamente una sanzione amministrativa.

Alcool test in presenza dell’avvocato

L’agente accertatore, prima di eseguire l’alcol test, deve informare la persona sottoposta al controllo circa il diritto di richiedere la presenza del suo avvocato di fiducia. Non farlo costituisce un’irregolarità nella procedura.

La misurazione del tasso alcolemico è una procedura piuttosto delicata che deve essere eseguita nel totale rispetto dei diritti del cittadino. In alcuni casi la patente ritirata per alcol è stata restituita a causa dell’annullamento del test proprio per il mancato rispetto di alcune regole.


Informazioni da fornire all’avvocato

  1. Tasso alcolemico rilevato
  2. eventuali precedenti di guida in stato di ebbrezza (recidiva)
  3. Tipo di veicolo guidato
  4. Coinvolgimento di terze persone

Informazioni ritiri patente per alcol

Quanto costa l’avvocato per il ritiro della patente

In linea di massima si può pensare ad una spesa attorno ai 1.500€. Tuttavia, il costo dell’avvocato dipende dalle attività che è chiamato ad intraprendere nella ricerca di alternative che possano evitare il processo penale.

Ad esempio, a chi è stata ritirata la patente per alcol è concesso convertire la pena in lavori di pubblica utilità. Lo svolgimento positivo di questi lavori ha diversi vantaggi:

  1. Estinzione immediata del reato.
  2. Riduzione del periodo di sospensione della patente di guida.
  3. Dissequestro del veicolo.

Il ruolo dell’avvocato, nei casi di sospensione o ritiro della patente per alcol, è sostanzialmente quello di analizzare l’accaduto al fine di ridurre al minimo le conseguenze. E’ quindi impossibile preventivare correttamente la spesa senza avere prima analizzato meglio la casistica.

Per avere un quadro completo e poter valutare la migliore strategia, vi invitiamo a contattarci per esporci il vostro caso specifico.


Quanto costa l‘avvocato d’ufficio ?

Non esistono differenze di costo tra un avvocato d’ufficio e l’avvocato di fiducia. L’avvocato d’ufficio è una figura introdotta per garantire la tutela legale al cittadino che non sappia a chi rivolgersi e la sua prestazione deve comunque essere pagata.

La tutela legale gratuita è accessibile solo mediante il gratuito patrocinio a spese dello stato. Per accedervi è necessario scegliere un avvocato iscritto nella lista del gratuito patrocinio del proprio tribunale.

Quando arriva la sospensione della patente

Successivamente alla misurazione del tasso alcolico, l’agente accertatore deve redigere il verbale per la guida in stato di ebbrezza ed avvisare la Procura. La Procura, nella persona del Pubblico Ministero e sulla base della misurazione, valuta se esistono i requisiti del procedimento penale o se è richiesta una semplice sanzione amministrativa.

Qualora il tasso alcolemico rilevato renda necessaria l’apertura del processo penale, si apre un procedimento che normalmente porta all’emissione di un provvedimento di condanna da parte di un Giudice. Congiuntamente al provvedimento di condanna viene disposta la sospensione della patente.

Il ritiro della patente non diventa esecutivo fino a quando il provvedimento del Giudice non potrà considerarsi irrevocabile. La sospensione avverrà quindi dopo che saranni trascorsi i termini per proporre i possibili ricorsi oppure quando tutti gli eventuali ricorsi saranno stati rigettati. Entro 15 giorni da tale data, il Prefetto del luogo dove lo stato di ebbrezza è stato rilevato riceverà comunicazione del provvedimento e disporrà la sospensione della patente.

I passi per la sospensione della patente

Riassumento, questi sono i passaggi che, a fronte di un esito positivo all’alcool test,  portano al ritiro patente:

  1. Avviso alla Procura.
  2. Procedimento penale.
  3. Provvedimento di condanna.
  4. Tempo necessario per eventuali impugnazioni.
  5. Comunicazione al Prefetto.
  6. Sospensione della patente di guida.

Quanto dura la sospensione della patente ?

La sopspensione della patente per guida in stato di ebrezza prevede delle pene commisurate al tasso di alcol rilevato nel sangue.

Come detto prima, per tassi alcolici molto bassi si evita il processo penale e si incorre in una sanzione amministrativa (multa). Naturalmente di fronte ad un tasso alcolemico alto le conseguenze si fanno più gravi.

Il ritiro patente è comunque previsto in tutti i casi, anche in quelli che non generano un processo penale.

Per conoscere il periodo di sospensione previsto in base al tasso alcolemico rilevato è necessario contattare il proprio avvocato che, tabelle ministeriali alla mano, potrà determinare la pena stabilita dalla legge.

In sintesi

Questa è quindi la lista dei fattori che influenzano la durata del periodo di sospensione della patente di guida, allungando l’iter di restituzione della patente:

  • Recidiva.
  • Conduzione mezzi particolari, come ad esempio l’autobus.
  • Lesioni personali lievi, gravi o gravissime.
  • Omicidio colposo.
  • Rifiuto di sottoporsi all’alcol test.

Quando viene revocata la patente di guida?

La revoca della patente viene disposta se la guida in stato di ebbrezza presenta delle particolari aggravanti. Alcuni esempi di queste aggravanti sono:

  • Quando il veicolo è un autobus o destinato al trasporto merci.
  • Nel caso di recidiva entro i due anni.
  • Quando viene causato un incidente stradale con un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l.

Incidente in stato di ebbrezza

Se il chi è alla guida in stato di ebbrezza provoca un incidente stradale, le conseguenze sono chiaramente peggiori. Come già detto, in questi casi viene disposta la revoca della patente di guida, mentre e le multe previste dagli articoli 186 e 186 bis del Codice della Strada sono raddoppiate.

Viene inoltre previsto il fermo amministrativo del veicolo, per un periodo di 180 giorni. L’unico caso in cui il fermo amministrativo non è previsto è quello in cui il veicolo appartenga ad un’altra persona, estranea ai fatti.

Omicidio stradale e carcere

Se l’incidente ha causato la morte di una o più persone, si incorre in una imputazione per reato di omicidio stradale.

Nel caso di ebbrezza grave, ovvero con un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l, le conseguenze si aggravano ulteriormente con l’aggiunta di una pena detentiva dagli 8 ai 12 anni.

In sintesi

  1. La revoca della patente è prevista in presenza di particolari aggravanti.
  2. In caso di incidente in stato di ebbrezza le sanzioni vengono raddoppiate.
  3. Viene disposto il fermo amministrativo di 180 giorni, a meno che il veicolo non sia di proprietà di una terza persona estranea ai fatti.
  4. Il reato di omicidio stradale si configura quando l’incidente causa dei morti.
  5. In caso di omicidio stradale in stato di ebbrezza grave, è previsto il carcere da 8 a 12 anni.

E’ possibile rifiutare il test alcolemico ?

Il rifiuto di sottoporsi alla misurazione del tasso alcolemico è un reato, a meno che non vi sia un giustificato motivo.

Chi si rifiuta di eseguire il test dell’etilometro incorre nelle sanzioni previste per chi guida con un tasso alcolemico pari allo scaglione massimo, ovvero:

  • Ammenda tra 1.500€ e 6.000€.
  • Arresto da 6 mesi ad 1 anno.
  • Sospensione della patente da 1 a 2 anni.
  • Fermo amministrativo del veicolo per 180 giorni.
  • Perdita di 10 punti della patente.

Avvocato di fiducia o avvocato d’ufficio ?

Non esistono grandi differenze tra le due scelte. Molti pensano che l’avvocato d’ufficio sia un avvocato messo a disposizione dallo stato e che quindi non vada pagato. Nulla di più sbagliato: l’avvocato d’ufficio è un normale avvocato il cui nominativo è inserito in una apposita lista da cui attingere per fornire un legale a chi già non ne conosce uno ma si trova nell’obbligo di avvalersene. L’avvocato d’ufficio è un avvocato che come qualsiasi altro ha diritto ad essere pagato per le sue prestazioni.

L’avvocato di fiducia può essere comunicato nel momento in cui viene rilevata l’infrazione, altrimenti ne viene subito assegnato uno d’ufficio. L’avvocato di fiducia può però essere scelto anche nei giorni successivi alla contestazione. In questo caso, sarà quest’ultimo a prendere contatto con l’avvocato assegnato d’ufficio per informarlo che il caso sarà da lui gestito di lì in avanti. Se la scelta dell’avvocato di fiducia viene eseguita troppo tardi, dopo che l’avvocato d’ufficio abbia già compiuto delle attività, queste dovranno essere regolarmente pagate.

Chiedere subito un preventivo per la tutela legale è quindi utile nel caso si voglia valutare più di una proposta.

In sintesi

  1. Le prestazioni dell’avvocato d’ufficio devono essere pagate.
  2. L’avvocato di fiducia può essere comunicato contestualmente al rilevamento dell’infrazione ma anche scelto successivamente.
  3. L’avvocato di fiducia prende contatto con l’avvocato d’ufficio per informarlo della scelta.
  4. Se l’avvocato di fiducia viene scelto dopo che l’avvocato d’ufficio ha già eseguito delle attività, queste devono essere regolarmente pagate.


Sospensione patente: cosa fare ?

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Lettera sollecito pagamento come fare https://avvocatocanevisio.it/lettera-sollecito-pagamento/ Fri, 28 Sep 2018 14:55:26 +0000 https://avvocatocanevisio.it/?p=1014

Lettera sollecito pagamento: come fare ?

Lettera di sollecito pagamento

Come scrivere una lettera di sollecito pagamento

Scrivere una lettera di sollecito pagamento è utile per tutti coloro che si trovano in una condizione creditoria ovvero che sono in attesa del rientro dei propri crediti una volta scaduto quel lasso di tempo durante il quale i clienti avrebbero dovuto pagare i beni acquistati, le prestazioni professionali o i servizi di cui hanno usufruito.

Fac simile sollecito pagamento (modello word)

Fac simile sollecito pagamento (modello pdf)

Và sottolineato che la lettera di sollecito a pagare è utilizzabile autonomamente sia dagli imprenditori che dai liberi professionisti, dai negozianti, dagli amministratori di condominio, dagli enti pubblici, dai lavoratori dipendenti o dagli addetti alla contabilità.

Le lettere di sollecito di pagamento vengono chiamate anche lettere di messa in mora, in quanto il creditore può richiedere degli interessi a partire dal momento stesso in cui il debitore riceve la lettera di reclamo a pagare.

La lettera può essere scritta personalmente. Bisogna tuttavia sottolineare che affidarne la scrittura ad un avvocato garantisce maggiore sicurezza nella redazione e conferisce alla lettera stessa un maggiore potere “persuasivo” nei confronti del debitore.

Il nostro studio offre il servizio di redazione ed invio lettere, per maggiori informazioni CLICCA QUI.

Allora come fare una lettera di sollecito pagamento? Qui di seguito ecco alcuni approfondimenti al riguardo.

Affidare la revisione ad un avvocato

Un modo per aumentare le possibilità di un recupero dei crediti ad un costo bassissimo: scrivere personalmente la lettera di sollecito e poi affidarla ad un avvocato semplicemente per una revisione.

Significato di "messa in mora"

In questo articolo parliamo di lettere di messa in mora. Ma cosa significa esattamente “messa in mora”?

Se vuoi conoscere il significato preciso del termine, puoi consultare questo link.

Fermare la prescrizione dei debiti

E’ fondamentale capire che la lettera di recupero del credito è uno strumento formale la cui richiesta di pagamento ferma il termine di prescrizione dei debiti dei clienti, che così ricomincia da capo. Quando anche non riscuote il risultato voluto, il pagamento della somma richiesta, la lettera di sollecito è comunque importante per evitare la perdita del diritto a pretendere il pagamento delle somme dovute.

A questo proposito riportiamo alcuni termini di prescrizione, che variano da 6 mesi a 10 anni e dipendono dalla tipologia di debito. Ad esempio, per le promesse di pagamento dei contratti e delle obbligazioni unilaterali, il termine di prescrizione è di 10 anni. Per i canoni di locazione e lo stipendio il termine di prescrizione è di 5 anni, per il bollo auto è di 3 anni, per le bollette dell’elettricità è di 2 anni, per i premi assicurativi è di 1 anno e per le spese di vitto e alloggio in ambito alberghiero è di 6 mesi.

La lettera di sollecito pagamento in sintesi

  1. Va scritta quando si è in attesa del rientro dei propri crediti dopo la scadenza entro cui i clienti dovevano pagarli.
  2. E’ uno strumento in forma scritta utilizzato dagli avvocati per il recupero crediti extra-giudiziale.
  3. Può essere sfruttata da qualsiasi creditore.
  4. Ferma il termine di prescrizione dei debiti.
  5. Diventa sempre più pressoria verso il cliente inadempiente in dipendenza del trascorrere del tempo.
  6. Va spedita via raccomandata A/R, consegnata a mano ad un soggetto autorizzato a ritirare la corrispondenza oppure inviata via posta elettronica certificata.

Quante lettere di sollecito pagamento inviare ?

Nel tentativo di recuperare il proprio credito è consigliabile seguire una certa sequenza temporale nelle proprie azioni. Le lettere di sollecito pagamento possono essere più di una: chiaramente  si inizierà con un tono bonario, facendosi via via più pressanti con il passare del tempo. E’ importante che, nell’eventualità di una futura causa, dalle lettere sia possibile ricostruire la sequenza temporale e che sia dimostrabile l’impegno profuso nella ricerca di una contrattazione bonaria prima di arrivare alle vie legali.

Ogni lettera deve essere spedita via raccomandata con ricevuta di ritorno o con una e-mail certificata con notifica di consegna e conferma di lettura oppure consegnata a mano ad un soggetto autorizzato a ritirare la posta.

Quindi, più trascorre del tempo dal termine entro cui il debitore avrebbe dovuto pagare il suo debito, e più la lettera di sollecito pagamento diventa pressoria. I passaggi, ovvero il numero di lettere da inviare, sono solitamente tre.

La prima lettera di sollecito pagamento deve rappresentare un appello moderato simile ad un promemoria, in quanto bisogna tener conto del fatto che il debitore potrebbe avere un impedimento molto grave per cui non sta pagando, ad esempio un ricovero ospedaliero. Il cliente inadempiente potrebbe anche aver dimenticato il debito perché dei pagamenti si occupava qualcun altro, per esempio un parente o un contabile ormai deceduto, trasferitosi o con cui si sono persi i contatti per svariate motivazioni.

La stessa cosa vale anche per la seconda lettera per reclamare i pagamenti in cui però è opportuno inserire il riferimento alla prima lettera per sollecito pagamento ed avere un tono più deciso, anche se comunque collaborativo.

Mentre la terza lettera di intimazione pagamento deve prevede un ultimatum, ossia un avvertimento con un tono severo di essere costretti ad andare per vie legali se il cliente inadempiente continua a non pagare.

Inoltre alla fine della terza lettera per sollecito a pagare è necessario inserire la frase: “la presente ha validità come atto di costituzione in mora ad ogni effetto di legge”.

Lettera per mancato pagamento del contratto di locazione

La lettera per mancato pagamento affitto deve essere utilizzata dall’amministratore di condominio, dal proprietario di un immobile oppure dal suo avvocato quando il locatario, cioè la persona o ente che ha ricevuto un appartamento, una casa, un terreno o un qualunque altro bene in locazione, non abbia pagato il canone dell’affitto per uno o più mesi.

In particolare, la lettera di sollecito pagamento affitto ha lo scopo di mettere d’accordo il locatore e il locatario che non ha rispettato le scadenze previste dal contratto di locazione così da evitare una costosa causa legale in tribunale dall’esito incerto ed anche per capire quali impedimenti hanno condotto il locatario a tale inadempienza. Tanto è vero che il debitore potrebbe essere soltanto momentaneamente in difficoltà e ritornare di lì a poco in grado di pagare.

In aggiunta bisogna evidenziare che una lettera sollecito pagamento affitto può essere impiegata sia in caso di locazione di beni immobili ad uso commerciale che per l’affitto di immobili ad uso abitativo.

E’ altresì importante sottolineare che per avere valenza legale la lettera di recupero crediti deve essere spedita via raccomandata A/R, cioè una raccomandata con prova di consegna, cui applicare una marca da bollo del valore di 2 euro.

Per l’invio della raccomandata, una soluzione interessante può essere l’utilizzo di un servizio di posta online. In questo modo è possibile risparmiare molto, sia in termini di tempo che di denaro. Inviare la raccomandata dal web infatti permette di non stampare la raccomandata e di non fare la fila in posta. Inoltre la raccomandata online certifica anche il contenuto della lettera, non solo il recapito.

Per quanto riguarda le informazioni da inserire nella lettera per solleciti di pagamento locazione è necessario scrivere i dati anagrafici delle parti che hanno sottoscritto il contratto di affitto, ossia il locatore e il locatario, i dati e la data del contratto di locazione, il numero delle mensilità in cui i canoni non sono stati pagati e la cifra complessiva che deve essere versata dal locatario.

In sintesi

La lettera di recupero crediti per mancato pagamento dell’affitto:

  1. Va utilizzata quando il locatario non paga il canone mensile dell’affitto secondo le scadenze previste dal contratto di locazione.
  2. Ha valenza legale se è spedita via raccomandata A/R.
  3. Deve contenere i dati anagrafici delle parti, i dati e la data del contratto di locazione, il numero dei mesi di inadempienza contrattuale e la cifra complessiva da pagare da parte del locatario.

Sollecito pagamento affitto

Perchè avvalersi di un avvocato per i solleciti di pagamento

Consultare un avvocato tenace e preparato per un recupero crediti stragiudiziale, detto anche extra-giudiziale, è importante per ottenere in breve tempo delle soluzioni semplici per farsi pagare dai propri clienti inadempienti, ma con un tono di ufficialità come, per l’appunto, la lettera di recupero crediti scritta dall’avvocato stesso.

Inoltre, il legale può far seguire delle telefonate e delle visite per convincere il debitore ad un pagamento spontaneo. Per giunta una lettera di sollecito pagamento preparata da un avvocato permette un accordo pacifico fra il creditore e il debitore con soluzioni ragionevoli, per esempio la rateizzazione del debito, invece di ricorrere subito ad una costosa e lunga causa legale in tribunale per ottenere un pagamento coattivo da parte di un giudice.

Una lettera di recupero crediti può essere impiegata per reclamare il pagamento di qualunque credito scaduto, quindi anche per il canone dell’affitto, le fatture a 30, 60 o 90 giorni, lo stipendio, i tributi, ecc.

La presenza di un avvocato può fare la differenza

  1. Per ottenere soluzioni semplici, veloci e ragionevoli, ma caratterizzate da una certa ufficialità.
  2. Per cercare di recuperare i crediti in via stragiudiziale, invece di andare subito in tribunale.

Per quanto riguarda i costi per il recupero dei propri crediti in via stragiudiziale l’importo totale della parcella dell’avvocato dipende dall’entità del credito da recuperare, dai parametri forensi in mancanza di precedenti accordi per calcolare l’onorario su tale credito, dai contributi, dalle spese anticipate, dalle imposte, dalla ritenuta d’acconto e dal rimborso forfettario per le spese generali.

Valenza legale della lettera di sollecito pagamento

Sollecito pagamento via mail

Affinché una lettera di sollecito pagamento inviata per e-mail abbia valenza legale sia il mittente che il destinatario devono essere dotati di PEC, cioè di una casella di posta elettronica certificata, le e-mail non certificate non hanno valore legale.

Sollecito pagamento consegnato a mano

Per quanto concerne la raccomandata consegnata a mano ad un soggetto autorizzato a ritirare la posta si sottolinea che quest’ultima ha valenza legale se c’è la firma per ricevuta e accettazione del destinatario sulla copia della lettera per l’emittente.


Sollecito pagamento via raccomandata A/R

Per ciò che riguarda la raccomandata A/R, ossia la posta raccomandata con ricevuta di ritorno consegnata dal servizio postale, essa ha sicuramente valenza legale, ma il suo contenuto potrebbe venire contestato o negato per malafede dal cliente debitore. Ad esempio egli potrebbe asserire che dentro la busta da lettera non era presente nulla o che i fogli non erano stampati, cioè in bianco.

Per tali ragioni è preferibile spedire la lettera di sollecito pagamento via raccomandata A/R senza busta, detta anche raccomandata in foglio.

Per di più, la valenza legale e probatoria della lettera di sollecito pagamento è indispensabile nel momento in cui si debba andare in tribunale per il recupero crediti in via giudiziale con conseguente pagamento coattivo su ordine di un giudice.

In sintesi

La lettera di sollecito pagamento ha valenza legale e probativa per il recupero crediti in via giudiziale:

  1. Se è stata inviata tramite PEC.
  2. Se è stata consegnata a mano ad un soggetto autorizzato a ritirare la corrispondenza e la copia della stessa lettera per il mittente presenta la firma per ricevuta e accettazione del destinatario.
  3. Se è stata spedita via raccomandata A/R.


Raccomandata online

La raccomandata online ha piena validità giuridica ed anche un vantaggio: certifica il contenuto della lettera.

La raccomandata classica certifica solamente il recapito, permettendo così alla controparte di metterne in discussione il contenuto.

Cosa deve essere scritto in una lettera di sollecito pagamento

Una lettera di sollecito pagamento deve indicare i seguenti elementi elementi.

I dati anagrafici del mittente, ossia il creditore.

La formula di apertura, per esempio Egr. Dott. + cognome, Egr. Sig. + cognome, Spett.le Ing. + cognome oppure Spett.le + ragione sociale, cioè il nome dell’azienda e la sua forma giuridica.

I dati anagrafici del destinatario, ossia del debitore, ad esempio per quanto riguarda le aziende bisogna inserire la ragione sociale, l’indirizzo della sede legale e della sede operativa, la Partita IVA e i contatti quali il telefono, il fax e l’e-mail oppure si devono inserire il nome e il cognome di una persona, il suo codice fiscale, il suo indirizzo e i suoi contatti, eccetera. Più nello specifico, sotto i dati dell’azienda inadempiente è possibile scrivere la frase “Alla cortese attenzione del + ruolo + cognome”, cioè la persona che si occupa dei pagamenti, ad esempio il Responsabile della Contabilità.

La data e il luogo in cui viene scritta la lettera di diffida pagamento.

L’oggetto, cioè una breve frase per riassumere il contenuto della lettera, per esempio “primo sollecito pagamento affitto” oppure “secondo sollecito di pagamento fatture”. Al riguardo è opportuno evidenziare che nella terza lettera, essendo questa una lettera di messa in mora, bisogna inserire la frase “costituzione in mora”. In pratica l’oggetto della lettera di messa in mora dovrà essere “Ultimo sollecito di pagamento e costituzione in mora“.

Il contenuto, ovvero un’introduzione per prendere contatto col destinatario ed il corpo in cui si approfondisce l’argomento dell’oggetto, ossia la diffida pagamento. A tal proposito, nella seconda lettera e nella messa in mora è opportuno inserire il riferimento alle altre lettere di sollecito.


L’entità del credito di cui si chiede il pagamento.

Il numero e la data della fattura ormai scaduta.

Il nuovo termine entro cui il cliente deve pagare il suo debito, per esempio non più tardi di 10 o 15 giorni.

Le modalità per eseguire il pagamento, ad esempio si possono inserire le coordinate bancarie per ricevere il pagamento con un bonifico bancario oppure preferire un assegno bancario o circolare.

La formula di chiusura, ossia i ringraziamenti e i saluti.

La firma e il timbro del mittente, per esempio l’Amministratore di Condominio, l’Avvocato o il Responsabile Amministrativo.

L’elenco degli eventuali allegati aggiunti alla lettera di sollecito a pagare, ad esempio i documenti che dimostrano l’inizio del termine di prescrizione oppure i bollettini che permettono il pagamento del debito, anche rateizzato, presso un ufficio postale o una banca.

In sintesi

La lettera di mancato pagamento deve contenere:

  1. I dati anagrafici del mittente.
  2. La formula di apertura.
  3. I dati anagrafici del destinatario.
  4. La data e il luogo in cui si scrive.
  5. L’oggetto riassuntivo del contenuto del messaggio.
  6. Il riferimento (RIF.) ad un’altra lettera sollecito pagamento fatture se si sta preparando la seconda o la terza comunicazione scritta.
  7. Il contenuto del messaggio.
  8. L’ammontare del credito nei confronti del cliente.
  9. Il numero e la data della fattura ormai scaduta.
  10. La nuova scadenza entro cui il cliente deve pagare il debito.
  11. Le modalità di pagamento.
  12. La formula di chiusura.
  13. La firma e il timbro del mittente.
  14. L’elenco degli eventuali allegati aggiunti.

Vediamo un esempio: sollecito pagamento fattura

Vediamo assieme un esempio pratico immaginando una situazione in cui abbiamo una o più fatture scadute insolute per cui sollecitare i clienti ad effettuare il pagamento.

Il procedimento corretto da seguire è quello di inviare 3 lettere di sollecito. Naturalmente, a fronte del ricevimento del saldo dei pagamenti dovuti, la sequenza di invii si interromperà prematuramente.

Vediamo di seguito le tre lettere di sollecito.

Da notare che:

  • Il tono si fà più pressante di lettera in lettera.
  • Ogni lettera di sollecito contiene i riferimenti alla fattura impagata oggetto del contendere.
  • Nella seconda e nella terza lettera si fà riferimento ai precedenti solleciti di pagamento inviati.
  • Nella terza ed ultima lettera (lettera di messa in mora) viene indicata la scadenza di 10 giorni per il pagamento.

Facsimile prima lettera sollecito pagamento fattura

[Dati creditore]

____________________

____________________

____________________

[Dati debitore]

____________________

____________________

____________________

Alla cortese attenzione di [Ruolo + Egr. Sig. Cognome, ad esempio Responsabile Contabile Egr. Sig. Rossi]

Trasmessa tramite raccomandata A.R. [Data e luogo]

OGGETTO

Primo sollecito di pagamento

Gentile cliente, in seguito ad un controllo contabile abbiamo riscontrato che la fattura [Numero e data della fattura], dell’importo pari a [Importo della fattura]€ e scaduta in data [Termine di pagamento della fattura] ad oggi non è ancora stata pagata.

La preghiamo al riguardo di normalizzare al più presto la sua posizione contabile, in particolare effettuando un bonifico alle coordinate [Coordinate bancarie] oppure attraverso un assegno bancario o circolare.

In caso invece abbia già disposto il pagamento la preghiamo di non ritenere valida la nostra richiesta.

Ringraziandola per l’attenzione le porgiamo distinti saluti.

[Luogo e data]

_________________________

[Timbro e firma]

_________________________

Facsimile seconda lettera sollecito pagamento fattura

[Dati creditore]

____________________

____________________

____________________

[Dati debitore]

____________________

____________________

____________________

Alla cortese attenzione di [Ruolo + Egr. Sig. Cognome, ad esempio Responsabile Contabile Egr. Sig. Rossi]

Trasmessa tramite raccomandata A.R. [Data e luogo]

OGGETTO

Secondo sollecito di pagamento

Gentile cliente, in riferimento alla nostra precedente lettera di sollecito pagamento del [Data della prima lettera di sollecito] dobbiamo nuovamente ricordarle di effettuare il pagamento della fattura [Numero e data della fattura], dell’importo pari a [Importo della fattura]€ e scaduta in data [Termine di pagamento della fattura] ad oggi non è ancora stata pagata.

La preghiamo al riguardo di normalizzare al più presto la sua posizione contabile, in particolare effettuando un bonifico alle coordinate [Coordinate bancarie] oppure attraverso un assegno bancario o circolare.

In caso invece abbia già disposto il pagamento la preghiamo di non ritenere valida la nostra richiesta.

Ringraziandola per l’attenzione le porgiamo distinti saluti.

[Luogo e data]

_________________________

[Timbro e firma]

_________________________

Facsimile terza lettera sollecito pagamento fattura

[Dati creditore]

____________________

____________________

____________________

[Dati debitore]

____________________

____________________

____________________

Alla cortese attenzione di [Ruolo + Egr. Sig. Cognome, ad esempio Responsabile Contabile Egr. Sig. Rossi]

Trasmessa tramite raccomandata A.R. [Data e luogo]

OGGETTO

Ultimo sollecito di pagamento

Gentile cliente, in riferimento alla nostra precedente lettera di sollecito pagamento del [Data della seconda lettera di sollecito] la invitiamo entro il termine di 10 giorni dalla ricezione della presente lettera di effettuare il pagamento della fattura [Numero e data della fattura], dell’importo pari a [Importo della fattura]€ e scaduta in data [Termine di pagamento della fattura] ad oggi non è ancora stata pagata.

La preghiamo al riguardo di normalizzare al più presto la sua posizione contabile, in particolare effettuando un bonifico alle coordinate [Coordinate bancarie] oppure attraverso un assegno bancario o circolare.

Si evidenzia fra l’altro che se anche questa nostra ultima lettera sollecito pagamento non otterrà ulteriore riscontro saremo costretti ad adire alle vie legali per il recupero delle somme di cui sopra. Inoltre, la informiamo che la presente lettera ha autenticità come atto di costituzione in mora ad ogni effetto di legge.

In caso invece abbia già disposto il pagamento la preghiamo di non ritenere valida la nostra richiesta.

Ringraziandola per l’attenzione le porgiamo distinti saluti.

[Luogo e data]

_________________________

[Timbro e firma]

_________________________

Assistenza legale recupero crediti

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Rivalutazione assegno di mantenimento https://avvocatocanevisio.it/rivalutazione-assegno-mantenimento/ Wed, 26 Sep 2018 16:39:53 +0000 https://avvocatocanevisio.it/?p=1048

La rivalutazione ISTAT dell’assegno di mantenimento

Rivalutazione assegno mantenimento

Rivalutazione istat dell’assegno di mantenimento

La rivalutazione assegno mantenimento rappresenta un vero e proprio obbligo sancito dalla legge sul divorzio, ma che, per analogia, viene applicato anche in caso di separazione. La sua funzione è quella di adeguare il valore dell’assegno dovuto al coniuge economicamente più debole o ai figli all’aumento (o diminuzione) del costo medio della vita, al fine di preservarne il potere d’acquisto.

Spesso il coniuge tenuto a versare l’assegno si limita a pagare, nel corso degli anni, l’importo disposto in sede di separazione o di divorzio, senza calcolare l’annuale aggiornamento istat mantenimento.

L’omessa rivalutazione dà diritto al beneficiario di pretendere gli arretrati e gli interessi maturati sulle somme non versate, relativamente ai 5 anni precedenti. Egli potrà predisporre un atto di precetto e, in difetto di adempimento della controparte, dar luogo ad una procedura espropriativa dinanzi al giudice.

Chiaramente, la procedura potrà essere attivata solo tramite un avvocato.

La soluzione migliore è sempre quella di raggiungere un accordo bonario per dare la facoltà all’inadempiente di pagare spontaneamente. Solo in mancanza di riscontro, si dovrà decidere, insieme al proprio legale, quale strada intraprendere.

Quando si può richiedere la rivalutazione ISTAT

L’assegno di mantenimento spettante al coniuge e ai figli in caso di separazione o di divorzio deve essere rivalutato ogni anno secondo gli indici Istat, in assenza di altri parametri indicati dalle parti o dal giudice.

Col passare del tempo, infatti, l’inevitabile svalutazione monetaria determina una consistente perdita di potere d’acquisto dell’assegno, ed è per questo motivo che la legge prevede un adeguamento annuale automatico.

Tale aggiornamento deve essere applicato a prescindere che sia stato pattuito o meno dai coniugi in sede di accordo o dal Giudice con la sentenza di separazione o di divorzio.

L’obbligo dell’automatica rivalutazione istat assegno mantenimento è disposto, per quanto riguarda il divorzio, dalla legge 898/1970 nell’articolo 5, comma 7. Per quanto non sia normativamente previsto, la Corte di Cassazione, con ripetute pronunce, ha ritenuto pacificamente che la stessa norma sia applicabile anche in sede di separazione.

Capita molto spesso che l’adeguamento istat assegno mantenimento venga chiesto solo al momento del divorzio, anni dopo la separazione, pensando che, come avviene per la locazione, l’aggiornamento debba essere applicato dal momento della richiesta. Nella fattispecie dell’assegno al coniuge, tuttavia, la rivalutazione opera in modo automatico, indipendentemente dalla precedente domanda, ed è quindi sempre dovuta e sempre esigibile entro il termine di prescrizione.

In sintesi

Rivalutazione istat assegno di mantenimento sempre esigibile

La rivalutazione istat dell’assegno di mantenimento è sempre esigibile per i seguenti motivi:

  1. L’assegno di mantenimento per l’ex coniuge e/o i figli deve essere rivalutato annualmente in base agli indici istat.
  2. Lo scopo dell’adeguamento è quello di conservare il potere d’acquisto dell’assegno di fronte all’inevitabile svalutazione monetaria.
  3. La rivalutazione istat è obbligatoria per legge per gli assegni corrisposti in caso di divorzio e, per estensione, anche per quelli dovuti in caso di separazione.
  4. Il coniuge tenuto al pagamento ha l’obbligo di aggiornare l’assegno in modo automatico, senza che la controparte ne faccia richiesta.

Cosa succede in caso di deflazione

E nell’ipotesi della diminuzione del costo della vita, o deflazione, cosa succede all’assegno di mantenimento dovuto al coniuge e/o ai figli?

Questo è un caso che raccoglie pareri contrastanti.

Come regola generale, non è assolutamente possibile ridurre il contributo di mantenimento risultante dalla sentenza. Se, nonostante l’indice istat registri segno negativo, l’importo dell’assegno risultante resta comunque superiore a quello stabilito dal giudice, allora si può calcolare la riduzione.

Nell’ipotesi in cui la deflazione porti ad una diminuzione della somma indicata dal giudice o dalle parti, non essendo possibile autoridurre tale cifra, il coniuge obbligato dovrà corrispondere un importo uguale a quello originario, come da ultimo rivalutato finché l’indice è stato positivo.

In sintesi

Se l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie registra segno negativo, la riduzione potrà essere applicata solo se non incide sull’importo base stabilito in sede di separazione o divorzio.

Diversamente, l’assegno di mantenimento non potrà essere ridotto e dovrà rimanere inalterato.

Cosa fare se non viene concessa

Può capitare che nella sentenza di separazione o divorzio, specie se datata, la rivalutazione istat assegno di mantenimento non sia prevista. Ciò non significa che non sia stata concessa e non preclude all’ex coniuge percipiente la possibilità di richiederla.

L’adeguamento è un istituto obbligatorio per legge ed è quindi dovuto anche laddove il giudice non l’abbia disposto espressamente nel provvedimento che regola la crisi familiare.

Ne consegue che il coniuge tenuto al pagamento dell’assegno di mantenimento ha l’obbligo di rivalutarlo in modo automatico, anche in assenza di richiesta dall’altra parte. Del resto, la svalutazione della moneta è un fatto oggettivo e, se si vuole conservare il potere d’acquisto dell’assegno di mantenimento, l’adeguamento agli indici istat (o ad altri parametri indicati dalle parti o dal giudice) è necessario.

L’articolo 5 della Legge sul divozio 898/1970 recita: “Il Tribunale può, in caso di palese iniquità, escludere la previsione con motivata decisione“. In altre parole, per non essere applicato, l’adeguamento istat mantenimento deve essere espressamente escluso dal giudice a causa di evidente iniquità, dandone specifica motivazione nella sentenza di separazione o di divorzio.

In ogni caso, è sempre meglio rivolgersi al proprio avvocato affinché siano attivate le corrette procedure di richiesta alla controparte.

In sintesi

  1. La rivalutazione dell’assegno di mantenimento è un meccanismo automatico. Ciò significa che deve essere corrisposta dal coniuge obbligato anche se la sentenza di separazione o di divorzio (ovvero i verbali omologati) non la prevedono.
  2. Affinché non sia applicato, l’aggiornamento istat deve essere espressamente escluso dal giudice, con precisa motivazione.

Cosa fare se ci si accorge di non averla ricevuta

Nella prassi avviene piuttosto sovente che, anche laddove il giudice abbia espressamente disposto l’adeguamento istat assegno di mantenimento nel provvedimento di divorzio o di separazione, o nel decreto di omologa della separazione consensuale, il coniuge obbligato continui ad omettere la rivalutazione. L’adempimento del coniuge obbligato al mantenimento della parte economicamente più debole è garantito da specifiche misure previste dal nostro ordinamento.

In caso di mancata corresponsione della rivalutazione istat, non sorge una responsabilità penale nei confronti del debitore, ma esclusivamente civile.

Il coniuge obbligato risponderà del proprio inadempimento nei confronti dell’ex con tutti i suoi beni presenti o futuri, ai sensi dell’art. 2740 del Codice Civile. In difetto di spontaneo adempimento, il beneficiario degli assegni ha il titolo di pretendere le somme non versate, comprensive di interessi, relativamente ai cinque anni precedenti, anche adendo le vie legali.

Nello specifico, il coniuge avente diritto può avvalersi di un sollecito di pagamento, una lettera, inviata tramite raccomandata A/R, con la quale intima l’ex ad assolvere il proprio obbligo entro un certo termine.


Raccomandata online

La raccomandata online ha piena validità giuridica ed anche un vantaggio: certifica il contenuto della lettera.

La raccomandata classica certifica solamente il recapito, permettendo così alla controparte di metterne in discussione il contenuto.

In caso di mancato riscontro, potrà rivolgersi ad un avvocato che solleciterà, a mezzo della notifica di atto di precetto, il pagamento degli arretrati entro e non oltre dieci giorni dal ricevimento dello stesso.

Se l’omesso adempimento perdura, viene attivato il procedimento di esecuzione forzata che ha inizio con il pignoramento di beni mobili o immobili del debitore o presso terzi (in genere, il datore di lavoro o l’ente che eroga la pensione).

È pertanto consigliabile procedere annualmente all’aggiornamento istat assegno di mantenimento per non trovarsi a dover pagare, tutto insieme, un importo inaspettatamente gravoso perché maggiorato degli interessi e delle eventuali spese della procedura giudiziaria.

In sintesi

  1. Molto spesso il coniuge tenuto a versare il contributo di mantenimento all’ex o ai figli non provvede al calcolo rivalutazione istat assegno di mantenimento.
  2. Il nostro ordinamento prevede specifiche misure per il coniuge obbligato che omette la rivalutazione.
  3. Il beneficiario può inviare al debitore una diffida ad adempiere e, in difetto di riscontro, potrà provvedere, tramite avvocato, alla notifica dell’atto di precetto, con il quale intima il pagamento entro e non oltre dieci giorni.
  4. Se la condotta omissiva persiste, si potrà dar luogo ad una procedura espropriativa, mobiliare o immobiliare, o ad un pignoramento presso terzi.

Come calcolare se il coniuge applica correttamente la rivalutazione

Per accertarsi che l’ex coniuge stia effettuando correttamente il calcolo rivalutazione assegno mantenimento, basta calcolare personalmente l’aumento istat.

Per aggiornare periodicamente gli assegni, si utilizza l’indice dei prezzi al consumo delle famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei consumi dei tabacchi.

Il FOI è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ai sensi della legge 392/78, art. 81.

Più precisamente, si prende come riferimento l’ultimo indice pubblicato dall’Istat alla data del primo pagamento deciso dal tribunale. Ogni mese, infatti, l’Istat comunica l’indice relativo al mese precedente.

Ipotizziamo che il Giudice abbia stabilito un contributo di mantenimento di 600 euro da pagare a partire dall’1/03/2017, l’importo dovrà essere rivalutato prendendo come riferimento l’ultimo indice noto all’1/03/2018.

Considerando un aumento dell’indice istat dello 0,7%, in data 1/04/2018 l’assegno al coniuge sarà di 604,20 euro.

L’anno seguente, la rivalutazione assegno di mantenimento andrà calcolata utilizzando come base imponibile 604,20 euro e non 600.

Benché il calcolo adeguamento istat assegno mantenimento sia molto semplice, si può utilizzare l’utility predisposta dall’Istat, aggiornata secondo l’indice dei prezzi al consumo, che calcola automaticamente la somma dovuta, comprensiva di rivalutazione.

Basta collegarsi all’indirizzo https://www.rivaluta.it/rivalutazionemonetaria/p20078101047251247.htm, inserire l’importo da rivalutare e due date, quella di inizio percezione dell’assegno e quella per la quale si vuole la rivalutazione, e il programma calcolerà istantaneamente l’adeguamento.

In alternativa, ci si può rivolgere ad un avvocato che abbia dimestichezza con l’argomento.

In sintesi

Calcolo istat assegno di mantenimento

  1. L’adeguamento viene operato sulla base dell’indice dei prezzi al consumo delle famiglie di operai e impiegati (FOI).
  2. Per il calcolo si prende come riferimento l’ultimo indice pubblicato dall’Istat alla data del primo pagamento deciso dal giudice.
  3. Il modo più facile e veloce per eseguire il calcolo istat mantenimento è quello di utilizzare uno dei vari programmi disponibili gratuitamente su Internet.

Quali sono le migliori strade per arrivare ad una soluzione bonaria

In linea generale, se il coniuge obbligato ha sempre pagato gli importi dovuti, benché privi dell’aumento istat assegno mantenimento, e non si ravvisa in lui un comportamento intenzionalmente omissivo, la strada migliore resta quella di addivenire ad una soluzione bonaria.

L’esecuzione forzata è un vero e proprio procedimento giudiziario e, come tale, comporta dei costi (e perdite di tempo) non indifferenti, perciò, prima di procedere in tale direzione, è opportuno valutare quanto sia conveniente relativamente all’entità degli arretrati maturati e della possibilità del coniuge obbligato di pagare.

Una particolare forma di tutela prevista dalla legge, che prescinde dall’intervento del Tribunale, assicurando un pagamento tempestivo, è quella che consente al titolare del mantenimento di chiedere il pagamento diretto al datore di lavoro del coniuge inadempiente.

Tuttavia, la soluzione migliore è sempre quella di procedere nella ricerca di una composizione bonaria della relativa controversia per dare facoltà all’ex di adempiere spontaneamente. Solo in mancanza di riscontro, è opportuno decidere, insieme al proprio avvocato, quale strada intraprendere scegliendo tra i rimedi su esposti.

Supponiamo, ad esempio, che il soggetto obbligato comunichi di essere oggettivamente in difficoltà ad adempiere quanto stabilito in sede di separazione o di divorzio.

In questo caso, si potrebbe pensare di modificare i precedenti accordi, definendo un adeguamento personalizzato che riduca l’assegno dovuto in misura delle possibilità dell’ex, in modo da garantire in futuro un costante adempimento. Oppure, il beneficiario potrebbe rinunciare espressamente agli arretrati.

Se si opta per questa soluzione, bisogna sempre ricordare la regola inderogabile secondo la quale la somma rivalutata non può mai essere inferiore a quella indicata dal giudice.

In sintesi

In caso di omesso calcolo istat assegno mantenimento, questi sono i passaggi per arrivare ad una soluzione bonaria:

  1. Prima di procedere con l’esecuzione forzata, la soluzione migliore è quella di raggiungere una definizione bonaria della vicenda.
  2. Se, pur avendo dato all’ex coniuge facoltà di adempiere spontaneamente, non vi è riscontro, una possibile alternativa al procedimento giudiziario che permette di ottenere le somme dovute in modo tempestivo è quella di chiedere il pagamento al datore di lavoro del debitore.
  3. È auspicabile pensare al raggiungimento di un accordo tra i coniugi attraverso una scrittura privata o una modifica dei precedenti accordi che tenga conto delle reali possibilità del coniuge obbligato di pagare.

Assistenza legale separazioni e divorzi

Il nostro studio offre tutela legale per la gestione di separazioni e divorzi. Il servizio è impostato per stabilire da subito un rapporto di fiducia tra studio e cliente e si concretizza attraverso l’offerta di una consulenza approfondita a soli 100€.

Prima e durante questa consulenza, l’avvocato si occuperà di reperire la documentazione e porre le domande necessarie per arrivare ad avere un quadro chiaro della situazione. Un appuntamento in studio servirà per illustrare al meglio il parere e le possibili strategie.

Se infine deciderai di affidare al nostro studio l’incarico, i 100€ verranno considerati come acconto sull’intero procedimento.

Se deciderai di non proseguire o di affidare l’incarico ad altri, i 100€ saranno trattenuti come pagamento della consulenza approfondita.


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Revocare mandato avvocato https://avvocatocanevisio.it/revocare-mandato-avvocato/ Thu, 20 Sep 2018 09:32:04 +0000 https://avvocatocanevisio.it/?p=784

Revocare il mandato all’avvocato: come fare ?

Revoca mandato avvocato

Revoca mandato avvocato

Per revocare il mandato all’avvocato è sufficiente una comunicazione in forma scritta.

Cliccando sui link successivi, è possibile scaricare un lettera di rinuncia al mandato avvocato fac simile, in formato word oppure in pdf.

Revoca mandato avvocato fac simile (modello word)

Revoca mandato avvocato fac simile (modello pdf)

La revoca del mandato và consegnata avendo cura di conservare una copia firmata per ricevuta dall’avvocato a riprova dell’effettiva consegna. La revoca dell’incarico professionale può essere consegnata a mano oppure inviata tramite raccomandata o posta elettronica certificata.

Raccomandata online

Valuta l’opportunità di utilizzare un servizio di invio raccomandata online che offre questi vantaggi:

  1. Risparmio di tempo: non è necessario recarsi in posta.
  2. Risparmio di denaro: non è necessario stampare la lettera.
  3. Maggiore sicurezza: certifica il contenuto, oltre al semplice recapito. La raccomandata classica certifica solamente il recapito, permettendo così alla controparte di metterne in discussione il contenuto.

Quando revocare il mandato

Il cliente può sempre revocare il mandato, anche senza dare spiegazioni. La legge non prevede nemmeno un periodo di preavviso.

Tuttavia è raccomandabile dare spiegazione delle proprie motivazioni nella lettera di revoca del mandato e non indugiare troppo nell’indecisione per evitare un inutile aumento dei costi (le prestazioni precedenti alla revoca devono comunque essere pagate).


Come cambiare avvocato

Nel momento in cui viene meno il rapporto di fiducia tra avvocato e cliente, il cliente è libero di valutare strade alternative compresa la consulenza di un altro avvocato. E’ importante capire che alla base del problema potrebbero esserci delle incomprensioni, spesso aumentate dall’ansia di dover sostenere un processo.

Sentire il parere di un nuovo avvocato è utile per arrivare ad una decisione più consapevole sulla revoca del mandato.

  • Revocare mandato all’avvocato: le motivazioni più ricorrenti

    1. Il cliente non è daccordo con la strategia difensiva del proprio avvocato.
    2. Il cliente ha perso la fiducia nel proprio avvocato.
    3. Il cliente lamenta una scarsa comunicazione da parte dell’avvocato.
  • Come farsi assistere da un nuovo avvocato

    1. Prendere appuntamento per una consulenza col nuovo avvocato.
    2. Decidere con lui se procedere alla revoca.
    3. Incaricare il nuovo avvocato di prendere contatto col precedente per rendere effettiva la revoca del mandato.

Obblighi dell’avvocato

L’avvocato a cui viene notificata la revoca del mandato ha l’obbligo di restituire tutta la documentazione in suo possesso. La restituzione deve avvenire senza condizioni: l’avvocato che chiede il pagamento delle proprie spettanze in cambio della restituzione dei documenti commette un illecito punibile dal consiglio dell’ordine con una sanzione disciplinare.

Oltre alla documentazione, deve essere fornita una relazione sullo stato attuale della causa.

Infine, al cliente deve essere prontamente consegnata qualsiasi comunicazione inerente la sua causa e ricevuta dall’avvocato successivamente alla revoca.

Tutto questo serve a garantire al cliente una adeguata e pronta difesa da parte del nuovo avvocato nominato in sostituzione del precedente dismesso.

Relazione sullo stato attuale della causa

L’avvocato a cui viene notificata la revoca del mandato deve fornire al cliente una relazione con queste infomazioni:

  1. Indicazione del giudice.
  2. Numero di ruolo della causa.
  3. Data della prossima udienza.
  4. Attività svolta prima della revoca del mandato.

Obblighi del cliente

Alla revoca del mandato deve seguire il pagamento degli onorari maturati per l’attività svolta precedentemente alla dismissione del mandato. La revoca del mandato non è uno strumento per evitare il pagamento dell’onorario dell’avvocato difensore, in caso di contestazioni sugli importi ancora dovuti è necessario aprire un apposito procedimento volto a dirimere la questione.

In caso di contese è consigliabile incaricare il nuovo avvocato di cercare un accordo prendendo contatto con l’avvocato a cui è stata notificata la revoca.

Revoca mandato avvocato fac simile

[DATI MITTENTE]

____________________

____________________

____________________

[DATI AVVOCATO]

____________________

____________________

____________________

Trasmessa tramite raccomandata A.R.

OGGETTO

Revoca incarico professionale: [DATI CAUSA CIVILE/PROCESSO PENALE]

  

Egregio Avvocato [NOME AVVOCATO],

con riferimento all’incarico professionale, conferitoLe in data [DATA CONFERIMENTO], relativo a quanto in oggetto, con la presente Le comunico formalmente la mia volontà di revocare l’incarico a Lei conferito.

Le chiedo pertanto, gentilmente, di restituirmi la documentazione in originale relativa al mio caso, e di farmi pervenire la nota spese riguardante il compenso a Lei dovuto per l’attività sino ad ora svolta.

Distinti saluti.

[LUOGO E DATA]

_________________________

[FIRMA]

_________________________

Assistenza dismissione mandato avvocato


Utilizza questo modulo solo per fissare un appuntamento o per porre una domanda semplice che non richieda uno studio approfondito della casistica.

Per una consulenza professionale, con studio approfondito della casistica ed una strategia d’azione, scegli il servizio di consulenza stragiudiziale.

Diffida di chi offre consulenze legali gratuite: sono vietate dal codice deontologico forense.

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Esdebitamento e legge salva suicidi https://avvocatocanevisio.it/legge-salva-suicidi-guida-pratica/ Thu, 03 May 2018 15:44:58 +0000 https://avvocatocanevisio.it/?p=963

Come ottenere l’esdebitamento con la legge salva suicidi 3/2012

Esdebitazione privati – Esdebitazione Equitalia


Sovraindebitamento ed esdebitazione

La legge 3 2012, detta anche “legge salva suicidi” o “legge anti suicidi”, ha introdotto la disciplina dei procedimenti di composizione della crisi da sovraindebitamento per l’esdebitamento dei soggetti privati e delle aziende agricole. Più nello specifico, la legge anti suicidi si applica a quei soggetti che, secondo quanto previsto dall’art. 1 della legge fallimento, non possono essere sottoposti alle procedure concorsuali.

La legge anti suicidi, tramite l’esdebitamento, può essere usata per liberarsi dai debiti delle cartelle Equitalia.

Questa legge permette ai soggetti non fallibili (quindi anche ai privati ed alle aziende agricole), di trovare un accordo con i creditori davanti al Giudice tramite una sentenza di sovraindebitamento.

La procedura che viene attivata è detta procedura di esdebitazione.

Grazie alla procedura di esdebitazione è possibile far fronte alla situazione di sovraindebitamento, mantenendo il tenore di vita necessario a sostenere la propria famiglia.

Un caso concreto di riduzione dei debiti Equitalia

Il Tribunale di Varese è stato il primo in Italia ad applicare la nuova legge anti suicidi.

Nel caso in esame il Giudice ha emesso una sentenza di sovraindebitamento a favore del cittadino nei confronti del quale gravava una cartella di pagamento di Equitalia da 86.000 euro.

L’importo della cartella è stato ritenuto troppo al di sopra delle reali disponibilità del debitore. Il giudice, tenendo conto di tutti i redditi del debitore e deducendo da essi un importo necessario alla famiglia per vivere, ha ridotto l’importo della cartella di Equitalia. La riduzione è stata dell’87% dell’ammontare del debito.

Cosa significa “sovraindebitamento” ?

Si parla di sovraindebitamento (quì la definizione Wikipedia) quando un soggetto si trova in una situazione in cui il debito contratto è maggiore del reddito disponibile (un debito che non si può e non si potrà pagare).

Il sovraindebitamento è un fenomeno che può interessare sia la persona privata che l’impresa non soggetta alla legge fallimentare (come le imprese agricole).

Parlando di cartelle di Equitalia, il sovraindebitamento si ha quando l’importo della cartella è troppo al di sopra delle reali possibilità del debitore.

Cos’è l’esdebitazione dei privati ?

La procedura di esdebitazione serve a trovare una soluzione per le situazioni di sovraindebitamento che coinvolgono i soggetti che non hanno accesso alle procedure concorsuali:

  • Imprenditori agricoli.
  • Liberi professionisti.
  • Consumatori.

L’esdebitamento è applicabile ai debiti contratti al di fuori dell’eventuale attività di impresa.

Presupposti oggettivi e soggettivi

Per poter accedere alla procedura di esdebitazione dei privati è necessario che esistano dei presupposti sia oggettivi che soggettivi.

Il presupposto soggettivo per essere ammessi alla procedura di esdebitazione prevista dalla legge anti suicidi è che il soggetto deve essere un “consumatore“.

Il consumatore è così definito: “il debitore persona fisica che ha assunto obbligazioni esclusivamente per scopi estranei all’attività imprenditoriale professionale eventualmente svolta.”

Il presupposto oggettivo per l’ammissione alla procedura è che il debitore si trovi in uno stato di sovraindebitamento.

Lo stato di sovraindebitamento si verifica quando c’è una condizione di squilibrio perdurante tra debiti e patrimonio liquidabile, che pone il consumatore in una situazione di difficoltà o impossibilità di pagare i propri debiti (art. 6).

Informazioni sovraindebitamento

La legge anti suicidi in breve

  • Serve a contrastare l’emergenza debiti
  • Si attua tramite la procedura di esdebitazione
  • Può essere usata per ottenere l’esdebitazione da Equitalia
  • E’ pensata per soggetti non fallibili, come i privati, le persone fisiche e le aziende agricole
  • Devono essere verificati presupposti sia soggettivi che oggettivi

Legge 3 2012, art. 6, comma 2, lett. a

«Situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, che determina la rilevante difficoltà ad adempiere le proprie obbligazioni, ovvero la definitiva incapacità di adempierle regolarmente.»

sovraindebitamento

Composizione della crisi

La composizione della crisi da sovraindebitamento è una procedura a cui per legge possono accedere i soggetti che non riescono con il proprio patrimonio liquidabile a pagare dei debiti contratti.

Grazie a questa procedura, Il debitore può cercare di risolvere la situazione debitoria attraverso l’esdebitamento.

Per accedere alla composizione della crisi, il debitore ha due strade:

  • Rivolgendosi ad un organismo di composizione della crisi.
  • Facendo domanda al Tribunale competente in materia, per richiedere la nomina di un professionista abilitato.

La composizione della crisi serve a trovare un accordo con i creditori ed evitare l’espropriazione dei beni.

Le strade possibili

A prescindere che si scelga di rivolgersi agli Organismi di composizione della crisi da sovraindebitamento o di presentare un’istanza al Tribunale per far nominare un Professionista abilitato, la legge anti suicidi prevede due strade:

  • L’accordo di ristrutturazione dei debiti.
  • Il piano del consumatore.

L’accordo ristrutturazioni debiti

Il debitore, con l’aiuto di un Organismo di Composizione della Crisi, sottopone ai creditori una proposta di ristrutturazione dei debiti tramite un accordo. Il piano deve essere supportato da prove che esso sia realizzabile, anche con l’aiuto di garanzie e garanti.

Il Tribunale verifica che vi sia il consenso dei creditori che devono rappresentare almeno il 60% dell’ammontare dei crediti. In tal caso l’accordo viene omologato.

Il debitore è libero di proporre:

  1. Dilazioni di pagamento.
  2. Remissione parziale dei debiti.
  3. La divisione dei creditori in classi.
  4. Il pagamento parziale dei creditori privilegiati o muniti di pegno o ipoteca, anche se con limiti precisi.
  5. L’affidamento del patrimonio ad un gestore che provveda alla liquidazione e alla successiva ripartizione del ricavato.
  6. La datio in solutum di beni.
  7. Di mandare all’incasso i crediti in favore degli stessi o di terzi.
  8. La cessione di crediti futuri.

In breve

La ristrutturazione proposta deve essere realizzabile.

La ristrutturazione deve essere accettata dai creditori (per almeno il 60% del debito).

Ci sono diverse modalità di ristrutturazione dei debiti tra cui scegliere.

Il piano del consumatore

Il piano del consumatore è una strada percorribile solo in presenza di buona fede ovvero quando la colpa del sovraindebitamento è dovuta a cause non imputabili al consumatore.

Non richiede l’approvazione dei creditori, ma solamente la valutazione di fattibilità da parte del giudice. Tale valutazione deve essere supportata da una relazione dell’OCC, che deve contenere quanto previsto dall’art. 9, co. 3 bis.

In questo caso è necessario fornire tutta la documentazione relativa alla propria situazione economica e patrimoniale, la richiesta deve essere rinnovata ogni 5 anni.

In breve

Il piano è una strada percorribile solo in presenza di buona fede.

Il giudice può emettere sentenza di sovraindebitamento senza l’approvazione dei creditori.

La documentazione necessaria và presentata ogni 5 anni.

sovraindebitamento in sintesi

Puoi attivare la procedura di esdebitamento se sei un soggetto non fallibile (privati, liberi professionisti, aziende agricole).

Puoi attivare la procedura di sovraindebitamento se sei in difficoltà o impossibilitato a pagare il debito.

Puoi richiedere la riduzione del debito fino a oltre l’80%.

Per la composizione della crisi da sovraindebitamento devi rivolgerti ad un organismo di composizione della crisi o fare domanda al Tribunale competente in materia per richiedere la nomina di un professista.

Hai due soluzioni: l’accordo ristrutturazioni debiti o il piano consumatore.

Informazioni sovraindebitamento ed esdebitamento

Per avere maggiori informazioni, possibili soluzioni al tuo caso ed un preventivo di spesa, puoi contattarci usando questo modulo.


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